XXXIV Domenica ordinario C – Gesù Cristo re dell’Universo – Ricordati di me …

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Parola del Signore
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Gesù Re? Spodestato, abbandonato, nessuno combatte per Lui, insultato dai sacerdoti e dai membri del Sinedrio, che ha tramato per la sua morte.
Troppo scomodo questo profeta che si assurge addirittura a Dio.

Proviamo per un attimo a pensare a quali sono i vari Re che in qualche modo ci vengono proposti oggi. Dei grandi re come ci presentava la storia in senso tradizionale non è che ve ne siano più tanti e se vi sono non lo sono come in passato. Oggi vi sono però altri re! I potenti della terra, quei miliardari, una decina o poco più che influenzano il mondo dal punto di vista economico e politico. Quelli che riempiono gli stadi correndo dietro una palla e a un mucchio di interessi economici, quelli del gossip che settimanalmente sono sulle copertine patinate delle riviste, quelli dei grandi concerti che riempiono anche quelli gli stadi.

Poi quelli della televisione e del cinema ai quali noi versiamo il nostro tributo, seguendoli, riconoscendo loro un potere sui nostri modi di pensare e di interagire. Ma allora questo Cristo Re? Signore ci sono tanti motivi per essere depressi: la guerra, o meglio le guerre, (a proposito quanto preghiamo, perché cessino?), poi la crisi del gas, la recessione economica, politici incapaci di governare i loro popoli e tutto si risolve in una valanga di parole.

Eppure questa festività ci parla di nuovo e ci proietta in avanti, facendoci riflettere su dove andiamo a finire.
Chi dei potenti re della terra può dire a quel ladrone: “oggi sarai con me in Paradiso”. Nessuno! Riconoscere Gesù come Re dell’universo significa dire che sarà Lui che avrà l’ultima parola sulla storia del mondo e sulla mia storia, ma nello stesso tempo il fatto che Gesù sia re mette in discussione tutte le nostre visioni di Dio. A quelli che vorrebbero un Dio forte potente, che dovrebbe con la sua forza aggiustare tutte le cose, come mi sento dire spesso, anche da amici cari, Dio propone una forza diversa, ma che è sconvolgente e che se applicata sconvolge tutti i parametri dell’esistenza: quella dell’amore.

L’amore è paziente,
è benigno l’amore;
non è invidioso l’amore,
non si vanta,
non si gonfia,
non manca di rispetto,
non cerca il suo interesse,
non si adira,
non tiene conto del male ricevuto,
non gode dell’ingiustizia,
ma si compiace della verità.
Tutto copre,
tutto crede,
tutto spera,
tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine

Ecco quale tipo di re è Gesù, un re che ci indica un modo diverso di vivere e che contraddice il volere salvare noi stessi anche a scapito degli altri.
Questo è il nostro Re, questo è il nostro Dio. Chiediamoci se vogliamo accettarlo e seguirlo.

Deo gratias, qydiacdon

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