Siamo verso la fine dell’anno liturgico, è un piccolo segmento della nostra storia collettiva e personale, di una storia in cui per certi aspetti sembrano davvero concretizzarsi le parole del Vangelo, che nella sua prima parte parlano di catastrofi immani. Di questi catastrofi, naturali e non siamo stati tutti testimoni in questi tempi. Pensiamo alle alluvioni, al crollo del ponte di Genova, commemorato anche di recente, a tutte le notizie di violenza che i media riportano ogni giorno verrebbe davvero da dire: “É la fine del mondo”.
O meglio, è la fine di questo mondo? Questi disastri, però, non è il Signore che li manda, ma sono frutto del’ uomo, del suo peccato.
L’ evangelista Marco ci descrive tutto questo con immagini che ci fanno venire un po’ di paura, in realtà questa immagini ci vogliono dire che la storia degli uomini, pur essendo quella che è, non è in balia di sé stessa e non è in cammino verso l’annientamento, ma noi siamo in cammino verso
l’incontro definitivo con il Signore del tempo e della storia.
Se una cosa è sicura e che la nostra storia personale, come quella collettiva terminerà, ma questo non ci deve buttare nell’ angoscia e nello sgomento,
tutt’ altro. Anzi, dicendo questo, Gesù, vuole rassicurarci e darci speranza dicendoci che in un mondo che è così segnato dal male, in cui contano più le cose della terra che quelle del cielo alla fine gli idoli che l’ uomo si è costruito, [ la luna e il sole erano le divinità che adoravano i pagani nel mondo antico], che quelli che sono i potenti, le varie stelle della politica, dello spettacolo, della economia alla fine non conteranno nulla, [ pensiamo ai potenti della storia che sono caduti e non sono più].
Siamo invitati, quindi ad impostare la nostra vita proprio in vista dell’incontro finale con il Signore. Chiediamoci seriamente se ci pensiamo a questo incontro e se la nostra vita è impostata in quella direzione.
Siccome, poi, non si conosce né il giorno né l’ora della nostra morte, né della seconda venuta del Signore occorre vivere bene il tempo presente, senza sciuparlo e usando bene i doni che il Signore ci concede e ci ha già concesso, unendoci a Lui in un rapporto stretto e intimo, da quando nel giorno del nostro Battesimo siamo diventati Figli di Dio, perseverare nella fede consapevoli che Gesù con la sua Passione-Morte-Risurrezione ha già vinto il male, il maligno e la morte.
La parabola del fico ci invita a leggere i segni dei tempi come questo tempo. Un tempo di attesa e di vigilanza che ci avvicina al compimento della storia e alla seconda venuta del Signore.
C’è un termine che viene usato quando si riflette su questi brani, non semplici, che è: “Gli ultimi tempi”, e ci viene detto che gli ultimi tempi son già iniziati con la venuta del Signore, allora noi, come facevano anche i primi cristiani, che attendevano il ritorno del Signore, pensiamo a questi tempi come a una realtà cronologica, un tempo determinato. Ricordiamo la domanda che rivolgono gli apostoli a Gesù negli Atti degli apostoli, prima dell’Ascensione: 6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”
Gli ultimi tempi più di un tempo determinato indicano la disposizione che il credente deve avere, quello di un animo vigilante attento a scrutare la presenza di Dio negli accadimenti del mondo e discernere ciò che è secondo la sua volontà o contro la sua volontà. A tuti gli ansiosi che nei secoli hanno cercato di individuare una data il Signore non la dà, ma esorta, piuttosto, a preparaci all’ incontro con Lui. Carissimi pensiamoci perché è questo il tempo che ci è concesso, nel quale dobbiamo preparaci con speranza.
La Parola che abbiamo udito è: “Un invito a fidarsi completamente, a non preoccuparsi.
Quindi annunziamo la Buona Notizia, questa Buona Notizia vedrà la caduta dei poteri che si oppongono, che naturalmente reagiranno con violenza, ma voi non preoccupiamoci perché il Padre si occuperà di noi pienamente.” (Padre A. Maggi OSM)
Qydiacdon, Deo gratias