Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
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In questo periodo molti mettono a posto i giardini, comprano, piantano ogni tipo di fiori, erbe o piante. Gesù nel Vangelo di oggi, conoscendo molto bene l’ambiente rurale nelle due parabole ci propone l’immagine del seme per spiegare una realtà complessa e semplice allo stesso tempo che è il regno di Dio. Complessa perché investe vari aspetti e realtà che non si possono spiegare in una semplice omelia, semplice perché io la definisco così: “È l’amore di Dio, ovviamente per il credente, che si rende presente nel mondo e che coinvolge l’uomo nella sua totalità, lo risana, lo rende migliore e bello non solo agli occhi di Dio, ma perché ciascuno di noi possa aprirsi all’amore verso tutti”.
I semi di cui ci parlano le parabole indicano la nostra crescita interiore umana e spirituale e lo sviluppo di quello che viene annunciato da Gesù nella sua predicazione.
La prima parabola a noi uomini del tutto subito, dell’iper organizzazione, del raggiungimento dello scopo e dei risultati nel minor tempo possibile ci invita a praticare una grande virtù ormai quasi dimenticata: quella della pazienza.
“ Come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa”.
Quanta ansia nella nostra vita nel volere tenere tutto sotto controllo, programmare e capire tutto della nostra vita non solo materiale, ma anche interiore.
Ma se è vero che le cose in parte dipendono da noi, dalla volontà che vi impieghiamo è altrettanto vero che non è così… in modo particolare per quelle che toccano la nostra dimensione interiore.
Questo vale anche per la nostra esperienza di credenti quando sopraggiunge un momento di aridità spirituale. Allora anche in noi possono giungere dubbi, perplessità, inquietudine.
La parabola risponde. Se il seme è stato piantato stiamo tranquilli e lasciamo fare. Esso crescerà con la forza che possiede a noi il compito di averne cura e di coltivarlo.
Il seme di senapa della seconda parabola è piccolissimo, ha un diametro di 1-2 mm eppure diventa un arbusto che raggiunge un’altezza anche superiore al metro. Allora carissimi anche se noi siamo così spesso distratti e non ce ne rendiamo conto vi è intorno a noi una realtà che sta crescendo fatta di tanti, uomini, donne, giovani che lottano, sperano, amano e credono. Concludo raccontandovi un piccolo anedotto.
“Una notte ho sognato che in via del Corso era stato aperto un negozio con la scritta: “Doni di Dio”.
Entrai e vidi un Angelo dietro al bancone. Meravigliato gli chiesi: “Che cosa vendi, Angelo bello?”
Mi rispose: “Ogni ben di Dio”
“Fai pagare caro?”
“No. I doni di Dio sono tutti gratuiti”
Contemplai il grande scaffale pieno di anfore d’Amore, flaconi di Fede, pacchi di Speranza, scatole di Salvezza…Mi feci coraggio e chiesi: “Un po’ di Amore di Dio, tutto il Perdono, un cartoccio di Fede e Salvezza quanto basta”
L’angelo mi preparò tutto sul bancone, ma quale non fu la mia meraviglia quando vidi che di tutti i grandi doni che avevo chiesto mi fece un piccolissimo pacchetto che stava nel pugno di una mano.
Esclamai: “Tutto qui?”
L’angelo solenne mi rispose: “Eh sì, mio caro: nel negozio di Dio non si vendono frutti maturi, ma solo piccoli semi da coltivare!”
Coltiviamo tutti, noi cristiani prima di tutto, semi di fede, di salvezza, assieme ad ogni persona di buona volontà quei semi di amore, di perdono, di disponibilità, di umiltà, di dolcezza, di pazienza, di gratuità, di servizio che sono stati seminati nei nostri cuori.
Allora la terra rispecchierà il cielo
Deo gratias, qydiacdon