II Domenica del tempo ordinario
Sapete cos’è il contropiede? Se andate a vedere nel dizionario la definizione che viene data è: sport. nel calcio, veloce manovra di attacco che segue immediatamente un’azione offensiva condotta dall’avversario, SINONIMO: contrattacco; nel tennis, controtempo || fig. prendere qlcu. in c., alla sprovvista.
Succede così anche nel Vangelo con i due discepoli a cui Giovanni il Battista ha indicato Gesù come: “Agnello di Dio”. In questi due discepoli siamo rappresentati un po’ noi, quando cerchiamo qualcosa o qualcuno, un punto di riferimento, che ci possa spiegare il perché delle cose o come si possa risolvere una situazione ingarbugliata e non sappiamo che pesci prendere. Sono andati da Giovanni Battista, ma lui ha confessato che non è Colui che deve venire, il Messia atteso e annunciato. Come se in una squadra di calcio si aspettasse un terzino e arriva una punta pura, non è mica la stessa cosa.
Vi è un desiderio profondo nel cuore dell’ uomo, anche di chi non è credente, di chi è ateo, magari per avere la conferma o la smentita delle proprie sicurezze: sapere dove si possa incontrare Dio, sapere dove abita.
Ma Gesù gioca d’ anticipo con i due che vanno da Lui, perché l’ indicazione di Giovanni ha risvegliato qualcosa nel loro cuore ed ecco la domanda che arriva come un pugno nello stomaco: “ Che cosa cercate”. Una domanda che vale per noi oggi, come allora perché il cuore dell’ uomo è sempre in ricerca della verità, di quella verità che non può essere artefatta perché nasce dall’ amore.
Che cosa cerchi tu uomo del 2015 cosa desidera il tuo cuore inquieto, preoccupato? Guarda bene
e scruta in te stesso, nelle profondità e scoprirai un desiderio di infinito, di eternità, di serenità, di quiete e di pace. Troppo spesso, non abituati come siamo a guardarci dentro confidiamo di rispondere a questa insoddisfazione, (quando c’è), con la ricerca del potere, del successo, della sicurezza economica, pensando che questi siano gli ingredienti per la ricetta di una vita ben riuscita!
Che cosa cercate, ci ripete Gesù!
Ognuno di noi potrebbe iniziare una lista lunga di richieste, cominciando da basta la salute, ma poi bisogna vivere, quindi il lavoro, e seguire le necessità della vita e si sa oggi tutto costa, quindi un po’ di denaro, magari senza un po’…, poi la pace, ma per la pace ci vuole anche la giustizia … ecc. ecc…,ma, accipicchia, alla fine della lista, inevitabile arriva la morte … cerco la vita … la vita per sempre …
Chi può rispondere? Signore ci puoi rispondere? L’ evangelista ci ha già anticipato all’ inizio del Vangelo chi è che ci può rispondere, Colui che dalle “altezze” è disceso e “ha posto la sua tenda in mezzo a noi”, Il Verbo, la Parola” Ecco allora la domanda: “ Maestro dove dimori”, dove abiti.
Venite e vedrete
È la risposta che ricevono i discepoli di Giovanni Battista. Non è più una indicazione che rimanda a qualcos’altro o a qualcun’ altro, ma un invito ad andare … una chiamata. È un invito a vivere un esperienza di relazione, di incontro, di amicizia con Gesù, perché in Lui incontro Dio. Deve essere stata davvero un esperienza indimenticabile se l’ evangelista, annota anche l’ ora in cui è avvenuto, un’ esperienza che ha dato una svolta definitiva alla vita.
Tutta la nostra vita è una risposta a una chiamata, pensiamoci bene. La prima chiamata che riceviamo da Dio è all’ esistenza. Veniamo chiamati ad esistere e fino ad un attimo prima eravamo … niente tranne che nella mente di Dio. Questo ci dovrebbe far riflettere come la vita sia dono che mi è stato consegnato, regalo stupendo impagabile e come debba non solo costudirla, ma viverla bene. Non posso buttarla via, anche se oggi, purtroppo tanti e tanti ragazzi, giovani, imbrogliati da “ favole”, bugie, che vengono loro raccontate, la sciupano, la rovinano, la buttano. Non posso mai nemmeno pensare di esserne l’ assoluto padrone. È un po’ come i figli, sono nostri in un certo senso, ma non sono nostri, lo dico sempre: noi li abbiamo in affido.
L’affido lo ha inventato Dio stesso, ogni volta che fa il dono della vita ai genitori.
Viviamo bene la nostra vita adesso per essere poi nella vita eterna quando il Signore vorrà!
Una seconda chiamata è quello ricevuta nel nostro Battesimo, chiamati ad essere figli di Dio, e la risposta è da dare ogni giorno rispondendo ancora essendo dei papà, delle mamme, missionari, preti, religiosi/e, volontari, chi si impegna in parrocchia e nel sociale, chi offre la sua vita e la sua “sofferenza” nella preghiera sposati o celibi. Tante chiamate quanti possono essere i colori di una tavolozza e quelli dell’ arcobaleno, ma in queste situazioni di vita seguendo Gesù, vivendo in Lui e con Lui ( venite e vedrete ). Lì siamo chiamati a vivere la nostra relazione con Gesù, a stare con Lui, in intimità, proprio come si fa con le persone che amiamo di più, questa è la vita in Grazia, in Grazia di Dio, che deve essere sostenuta dalla preghiera, dai sacramenti, in particolare dall’ Eucaristia.
Per ascoltare e accogliere l’ invito che il Signore fa’ a seguirlo occorre avere non solo un udito molto leggero, come quello di Samuele nella prima lettura (cfr. 1 Sam. 3,3b-10,19) ma soprattutto un cuore attento prima, generoso poi.
Dio chiama per nome Samuele, vuole allacciare con lui un rapporto personale, come con i discepoli di Giovanni nel Vangelo, non è un generico vieni, ma vieni tu … il Signore chiama per nome. Subito Samuele non comprendere. La scoperta della chiamata e di chi chiama non è così scontata … Anche oggi tante voci si rivolgono a noi, ma come riconoscere quella giusta, quella del Signore? Ci vuole qualcuno che aiuti. Nel caso di Samuele è Eli, e oggi? Chi indica ai nostri ragazzi, ai nostri giovani la voce di un Dio a cui noi stiamo a cuore e che cerca il nostro bene? Genitori, nonni, zii/e, che magari avete fatto da padrino o da madrina indicate Gesù a chi vi è affidato oppure …?
Riusciamo ad essere come Eli o Giovanni Battista? “Parla perché il tuo servo ti ascolta” … ad indicare Gesù come colui che si deve seguire.
E tutti noi riusciamo a dire: “Parla Signore … il tuo servo ti ascolta”, cioè mi metto nelle tue mani, custodirò e vivrò quanto mi dici”. Come Andrea, nel vangelo, siamo talmente entusiasti del nostro stare con Gesù da essere contagiosi e portare a Gesù, con il nostro entusiasmo e la nostra testimonianza i nostri fratelli …
Ho detto che la chiamata riguarda tutta la nostra vita ed è proprio così, perché vi sarà anche il momento dell’ ultima chiamata, in cui dovrò presentarmi davanti al Signore e spero di sentire anche lì quelle parole: seguimi, vieni e vedi, guarda servo fedele quello che io ti ho riservato… per questo mi affido alla sua bontà e alla sua misericordia!
Perché questo possa accadere, però, non basta sapere tante cose su Dio, su Gesù, ma bisogna fare come i pesci, che per vivere hanno bisogno di essere immersi nell’ acqua, noi dobbiamo immergerci nel grande oceano che è Dio stesso, e non c’è bisogno delle bombole di ossigeno, perché Dio è vita!
Soli Deo Gloria, qydiacdon