Stiamo vivendo la Pasqua, ma pensavo in questi giorni, che cosa rimarrà in noi di ciò che stiamo vivendo? In questi giorni in cui sembra davvero prevalere quella notte di cui ci parla l’ evangelista Giovanni, in cui Giuda esce per tradire Gesù. È la notte in cui prevale il maligno, il peccato e la malvagità si annidano nel cuore dell’ uomo e gli fanno commettere cose inaudite, come gli avvenimenti di questi giorni di cui siamo testimoni impotenti.
Tempo fa ho letto un racconto che parlava di un bambù al centro di un giardino, che era una pianta bellissima, molto amata dal padrone del giardino. Il giardino fu minacciato da una grande siccità e rischiava di morire, allora il Signore del giardino andò dal bambù. “ Devo abbatterti, ma non solo, devo spogliarti dei tuoi rami, delle tue foglie, spezzarti, tagliarti e togliere il tuo cuore se no tutto il giardino morirà”.
Il bambù si piegò fino a terra e disse: “ abbattimi, taglia e distruggi”.
Allora il Signore del giardino tagliò il bambù e con il suo tronco fece una condotta che collegò ad una sorgente ed irrigò tutto il giardino e il giardino riprese a vivere”.
Il mondo oggi sembra come quel giardino che sta per morire per il peccato e la cattiveria degli uomini, ma il Signore, che dona la sua vita per noi sulla Croce fa sì che l’ amore e la misericordia, per chi lo vuole possano riempire la terra, il maligno che con il suo seguito di oscurità, di male, di peccato sembra trionfare, sul debole, sul giusto; sia sconfitto, che l’ ora in cui l’ odio e la morte sembrano trionfare sull’ amore e sulla vita ceda il passo ad un tempo nuovo, più grande e luminoso e la speranza non muoia nel cuore degli uomini, di ciascuno di noi.
Abbiamo letto il racconto della Passione, magari ci siamo anche commossi, ma cosa rimarrà in noi, cosa impariamo?
• Impariamo l’ amore che si dona, non vi è amore più grande che dare la vita per i propri amici, dice Gesù. Tutte le volte che guardiamo al crocifisso dovremo sentire risuonare dentro di noi queste parole. L’ amore che ci svela Gesù è la forza dell’ amore che non solo non si dà per vinto di fronte di fronte all’ ingratitudine, alla cattiveria, ma anche di fronte alla morte.
• Assieme a quest’ amore scopriamo ciò che è la “verità”, quello che vale veramente per l’ uomo. “Cos’è la verità” dice Pilato. Gesù è la verità. Così, quando crescendo vi troverete confusi perché tanti come il gatto e la volpe di Pinocchio vi proporranno: guardate che questa è la verità se volete essere felici nella vita, andate da Gesù. Confrontate se quelle persone che vi dicono queste cose vi sanno amare alla maniera di Gesù, cioè “gratis”, e se quanto vi suggeriscono è in linea con quanto ci dice Gesù nel Vangelo, se non è così lasciatele perdere.
• Impariamo a riconoscere il vero volto di Dio, che noi pensiamo, troppo spesso, come lo pensano i pagani, associato ad una forza e a una potenza straordinaria, che non può cadere nella mani degli uomini. Ma il volto di Dio è il volto sofferente di Gesù di fronte al quale le tante “maschere” che noi mettiamo a Dio cadono. Il volto che scopriamo ci dice che Dio conosce tutto quello che è il momento drammatico del dolore e della sofferenza che, purtroppo, tante volte attraversa la nostra vita; che Dio non ha paura di condividere “piantando la sua tenda” fra noi, come dice Giovanni nel suo prologo, all’ inizio del Vangelo. Ricordatevelo, ragazzi, quando nella vostra vita avrete dei momenti difficili, delle prove da superare, guardate al Crocifisso e lasciate che parli in voi.
• Infine impariamo chi siamo noi come quelli a cui è destinato un amore così grande che cambia, se noi lo accettiamo, il destino della nostra vita. Abbiamo sentito che dal fianco di Gesù escono “sangue e acqua” . Anche noi siamo stati lavati con quell’ acqua, non ce lo ricordiamo perché eravamo piccoli, avevamo cominciato appena a muovere i primi passi sulla strada della vita, era l’ acqua del nostro Battesimo che ci lavato dal peccato, ma l’ amore del Signore non si è fermato lì, l’ amore vero non è a singhiozzi, ad ore alterne, così continua a inondarci in ogni Eucaristia, in ogni Messa che rinnova il dono che Gesù fa di se su quella Croce che noi stasera baceremo. Verrà forte magari la tentazione di lasciare perdere la Messa, se questo accadrà, vorrà dire, per tutti, che ci saremo scordati che da quel legno issato sul Calvario, dove Gesù è appeso, scende verso noi la Grazia, l’ amore di Dio e la vita vera.
Deo gratias qydiacdon