Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore
L’ evangelista Marco ci presenta una giornata tipica di Gesù e questo è molto interessante per noi che nel vivere le nostre giornate dovremmo cercare di viverle secondo il suo stile, secondo quelle modalità che ci vengono indicate da questa pagina del Vangelo un modo di vivere che è molto diverso per certi aspetti da quello che si viveva al tempo di Gesù, ma il cuore e il modo di comportarsi degli uomini, purtroppo, non è poi così diverso.
Vediamo, rapidamente le caratteristiche della giornata di Gesù.
1. Gesù ha annunciato nella sinagoga la venuta del Regno di Dio e la necessità di cambiare la nostra vita di fronte a questa realtà
2. Gesù non si presenta come un superuomo e sente la fatica della predicazione. Sente la necessità di avere un po’ di riposo ed ecco che va’ nella casa di Simone e di Andrea. La suocera di Simone, Pietro, però è inferma, Gesù non si tira indietro, di fronte alle suppliche che gli vengono rivolte e la guarisce.
3. Al tramonto, perché è finito il sabato in cui gli ebrei dovevano osservare il riposo, ecco che arrivano tanti malati, e indemoniati a chiedere aiuto. Anche stavolta Gesù non si tira indietro, nonostante la sua giornata sia stata faticosa.
4. Cosa è che manca a questa giornata di Gesù? Una di quelle cose che nei Vangeli non manca mai: il rapporto di Gesù con il Padre: la preghiera. Avrebbe Gesù potuto anche dire, come dice qualcuno anche oggi: “tutta la mia giornata è una preghiera”. Invece: “Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava” .
Adesso confrontiamo una nostra giornata tipo con quella di Gesù. E’ vero i modi di vivere sono diversi, ma le caratteristiche per il discepolo devono essere le stesse, per me e per voi ragazzi.
1. Annunciare il Regno di Dio, che vuol dire la venuta del Signore in mezzo a noi e cambiare la nostra vita. Qualcuno potrebbe dire: “Ma come si fa! Ci sono tante cose da fare e adesso è ancora più complicato siamo chiusi in casa, non ci si vede quasi più con l’insegnamento a distanza … sai poi parlare di Gesù, della religione non è poi mica così facile, soprattutto apertamente. Allora vorrei ricordarvi ragazzi Carlo Acutis, un ragazzo come voi. Nato il 3 maggio 1991, morto il 12 ottobre 2006.
“Fin da piccolo visse la fede in ogni aspetto della sua vita: a soli sette anni si accostò alla Prima comunione, ricevuta con un permesso speciale. La sua devozione, rivolta in particolare, oltre che all’Eucaristia, che chiamava «La mia autostrada per il Cielo», alla Madonna, lo portava quotidianamente a partecipare alla messa e a recitare il rosario. I suoi modelli erano i santi Francisco e Jacinta Marto, san Domenico Savio, san Luigi Gonzaga e san Tarcisio.
Oltre agli interessi normali di un adolescente, si adoperava anche per aiutare gli ultimi. Tra le sue passioni c’era l’informatica, della quale si serviva per testimoniare la fede attraverso la realizzazione di siti web: per questo motivo viene indicato come possibile futuro patrono di Internet. Ideò e organizzò la mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, con la collaborazione dell’Istituto San Clemente I Papa e Martire. Tale mostra, ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta e presente anche online, è già stata ospitata in tutti i cinque continenti: solo negli Stati Uniti d’America in quasi 10.000 parrocchie; nel resto del mondo in centinaia di parrocchie e in alcuni tra i santuari mariani più famosi, come ad esempio Fátima, Lourdes e Guadalupe].
Nel 2006 si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre, in soli tre giorni, presso l’ospedale San Gerardo di Monza, dopo aver offerto le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa.
2. A volte ci si può sentire anche un po’ “stanchi” ad essere disponibili nei confronti degli altri, ma non tiriamoci mai indietro come fa Gesù con la suocera di Simone. E con tutti gli altri ammalati che gli vengono portati al tramonto.
3. La preghiera. Arriviamo a casa stanchi, abbiamo avuto una giornata difficile, contrattempi abbiamo solo voglia di distrarci, di non pensare. Play station, un film, … e la preghiera? Abbiamo fatto un po’ di bene anche oggi e non è quello preghiera? Occorre dare tempo alla preghiera che non è solo fare delle cose, ma è mettersi alla presenza del Signore dialogare e ascoltare quello che Lui vuole dirci. Presentarci a Lui con un cuore aperto e disponibile ad accogliere quello che ci dirà.
Questo dobbiamo esprimerlo in quello che facciamo: studio, gioco, sport, rapporti con gli altri, ma anche in uno spazio in cui noi ci ritroviamo a tu per tu con il Signore, come quando due innamorati si guardano negli occhi: questa è la preghiera.
Chiediamo al Signore di aiutarci a far sì che le nostre giornate assomiglino alle sue.
Deo gratias,qydiacdon