Oggi voi siete venuti a catechismo, immagino che abbiate parlato di Gesù o comunque di qualcosa che abbia a che fare con Gesù. Adesso siamo qui per la Messa, ci incontriamo con Lui, ascoltiamo quello che dice, per farne poi che cosa?…
A proposito vi ricordate che cosa diceva il Vangelo Domenica scorsa? Domenica scorsa Gesù ci parlava di felicità: beati, diceva, ma lo diceva dicendo che erano beati delle persone un po’ strane! I poveri, quelli che cercano la giustizia, quelli che piangono, quelli che sono perseguitati … ma Gesù ha proprio un modo strano di parlare a volte …
Oggi poi ci parla di sale e di luce dicendo, poi che noi dobbiamo essere questo sale e questa luce … ma cosa vorrà mai dirci dicendo così?
Provo a spiegarlo in questo modo…
A un giovane era stata promessa per la sua festa di laurea un’auto nuova, fiammante, all’uscita dell’università, con il diploma di laurea sotto il braccio.
Quale non fu la sua amara sorpresa quando, il giorno fatidico, il padre lo abbracciò sorridente, non però con le chiavi della macchina, bensì con un libro in mano, appena ritirato nella vicina libreria. Una Bibbia.
Il giovane neo dottore scagliò rabbiosamente il libro fuori dalla finestra dell’aula e da quel giorno non rivolse più la parola al padre.
Rimise piede in casa quando anni dopo gli fu comunicata la notizia della morte dell’anziano genitore. La notte del funerale, mentre rovistava tra le carte della scrivania paterna, trovò la Bibbia che gli era stata regalata il giorno della laurea.
In preda a un vago rimorso, soffiò via la polvere che si era depositata sulla copertina del libro e cominciò a sfogliarlo. Scoprì tra le pagine un assegno datato il giorno della laurea e con l’importo esatto dell’auto promessa.
La Bibbia: un libro sigillato, inutile e polveroso per tanti. Eppure tra le sue pagine è nascosto il tesoro che tanto sospiriamo… (Il Tesoro – B. Ferrero)
Noi siamo come quel giovane. Il Signore ci consegna un tesoro bellissimo, grandissimo: la sua amicizia e il Vangelo, la via della felicità, eppure noi guardiamo più a ciò che è fuori, alle nostre voglie, a quello che possiamo ottenere, adesso e subito, proprio come quel giovane che voleva l’auto nuova. Certo gli era stata promessa, l’auto nuova, ma era ben poca cosa a confronto dell’amore del Padre.
Cosa ne facciamo noi del Vangelo, dell’amicizia con il Signore, della sua Parola? Forse anche noi, come tanti cristiani ce ne dimentichiamo, forse non la buttiamo fuori dalla finestra, ma dalla nostra vita, dalle nostre giornate, dalla nostra casa, può darsi di sì.
Pensiamo più alle cose, ad avere, e diventiamo egoisti, prepotenti, menefreghisti, anche violenti e del Vangelo che Gesù ci ha donato cosa ne facciamo?
Diventiamo davvero come il sale che non avendo più sapore non serve a niente, come una luce che non fa luce perché è stata nascosta.
Invece io e voi, chiamati a seguire Gesù dobbiamo portare un po’ di luce nel mondo, ma non la nostra luce! Noi non siamo proprio luce, diventiamo luce, quando ci lasciamo illuminare da Gesù. Del resto lo ha detto Lui: “Io sono la luce del mondo”.
Come la luna, che non brilla di luce propria, illuminati dalla luce che è Gesù, possiamo portare anche noi un po’ di luce in questo mondo … che ne ha proprio bisogno. Quante cose che non vanno, le sentiamo tutti giorni, forse anche voi! Ruberie, ingiustizie, soprusi, violenze di ogni tipo, guerre, cristiani che vengono uccisi perché credono in Gesù.
Anche noi possiamo portare un po’ di sapore nel mondo, come fa il sale con i cibi.
Quel sapore che è il sapore della Buona Notizia che il Signore ci ha affidato,
dell’ amore secondo Gesù.
Come si può fare?
Se siamo stati attenti dovremmo sapere la risposta. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” .
Le buone opere. Quali sono?
La prima lettura ne ha elencate un po’:
Dividere il pane con l’affamato,
introdurre in casa i miseri, senza tetto,
vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio, (malvagio)
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore, (chi è nel dolore).
Non sono cose così difficili. Possiamo farle poi tutti, anche voi bimbi. Tutti possiamo consolare qualcuno, dividere con chi non ha, non puntare il dito contro qualcuno, come forse qualcuno può fare, magari prendendo in giro, o ancora peggio umiliandolo, così anche nel parlare cercare di avere un linguaggio pulito, che non divide, ma che cerca di unire.
Vedete sembrano cose difficili, ma sono cose piccole, fanno parte delle nostre giornate, ma se tutti facessimo almeno queste sarebbe un cambiamento straordinario, quel cambiamento che ci chiede Gesù.
Questo non per dire poi che noi siamo più bravi rispetto agli altri, ma perché vedendo come facciamo e quello che facciamo chi ci guarda possa ringraziare il Signore, scoprire il Signore, amare Gesù.
Essere qui in mezzo a voi oggi è per me particolarmente bello, perché oggi tutta la Chiesa celebra e prega per la vita e voi ragazzi ci parlate proprio di questo. Ci ricordate che la vita è un dono, dono di Dio, che va accolto e custodito sempre con amore. Dire questo al mondo significa essere Sale e Luce, perché oggi non sempre questo è così chiaro. Anzi a volte la vita è proprio rifiutata, non accolta e buttata.
Allora vorrei ricordare a questo proposito alcune frasi di Madre Teresa di Calcutta :
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, donala.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
Accettiamo quello che ci dice Gesù, essere con il suo aiuto sale e luce di speranza per il mondo e con Lui fare della nostra vita un capolavoro.
Deo gratias,qydiacdon 17