Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Parola del Signore
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Oggi il Signore propone ai suoi discepoli due immagini, quella del sale e quella della luce.
La prima quella del sale! Il sale non ha solo il compito di insaporire, una minestra insipida non sa di nulla, così come un cristiano che fa niente per rendere la realtà che viviamo più bella, più buona, più vivibile, insomma migliore. Il sale, però, conserva anche, così il cristiano deve conservare “il Vangelo” che porta senso, aiuto nei momenti difficili della nostra vita oltre che gioia e bellezza. Allora siamo sale e opponiamoci con fermezza a tutto ciò che degrada la vita dell’uomo e a tutto ciò che va contro la Parola del Signore.
L’altra immagine è quella della luce! Senza luce noi non riusciamo a distinguere forme, dimensioni, colori, ma la luce ci permette di identificare tutto questo. Vediamo le cose nitide, i colori, le dimensioni, ma anche le alterazioni e le brutture. La luce poi è discreta, si impone da se senza violenza, accarezzando e rivelando il bello, se c’è, ma anche il brutto. Noi dobbiamo cercare di rivelare, di far uscire quel bello che vi è nelle persone.
Scrive un commentatore: “Voi siete il sale, avete il compito di preservare ciò che nel mondo vale e merita di durare, di opporvi a ciò che corrompe, di far gustare il sapore buono della vita. Voi siete la luce del mondo. Una affermazione che ci sorprende. Che Dio sia luce lo crediamo; ma credere che anche l’uomo sia luce, che lo sia anch’io e anche tu con i nostri limiti e le nostre ombre, questo è sorprendente. E lo siamo già adesso, se respiriamo Vangelo: la luce è il dono naturale di chi ha respirato Dio. Chi vive secondo il Vangelo è una manciata di luce gettata in faccia al mondo” (Luigi Verdi)
Questo dobbiamo farlo con una profonda umiltà “vedendo le opere buone” che i cristiani sono chiamati a compiere. Saranno molte, saranno poche, saranno quelle che sono, il Signore a valuterà, importante è che ci siano.
E’ poi nel tessuto del quotidiano che noi siamo chiamati aa essere luce e sale, a mostrare le nostre opere buone percorrendo quella via delle Beatitudini che la Parola del Signore annunciava Domenica scorsa. Opere di luce sono “I gesti dei miti, di chi ha un cuore bambino, degli affamati di giustizia, dei mai arresi cercatori di pace e a tutto ciò che corrompe il cammino del mondo”.
Ad esempio quando due persone si amano nella loro famiglia compiono
un’opera della luce verso chi vive la provvisorietà di relazioni aleatorie, così in ogni casa dove ci si vuole bene, si sa riaccogliere e perdonare si è sale e luce.
Come si può poi essere sale e luce, oltre il Vangelo, ce le fornisce anche il profeta Isaia.
Non consiste forse [il digiuno che voglio]
nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti? …
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio
Chiediamo al Signore di potere vivere tutto questo con umiltà e semplicità di cuore, assieme al grande e universale comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato.
Deo gratias,qydiacdon