«Nonostante i chiari insegnamenti della Chiesa , alcune persone hanno fatto un uso improprio di alcuni elementi di Amoris Laetitia, per sostenere posizioni incompatibili con l’insegnamento della Chiesa . Questo ha creato una certa confusione e costernazione tra i fedeli».
A partire da questa considerazione, il vescovo di Portland (Usa), monsignor Alexander K. Sample, ha pubblicato una lettera pastorale sull’esortazione apostolica: per mettere in rilievo, appunto, quelli che, a suo giudizio, sono i fraintendimenti a cui troppo spesso va incontro il documento.
In particolare il testo di Amoris laetitia, secondo Sample, non può essere “utilizzata” per sostenere tre tipologie di errore: «che la coscienza legittima azioni che contravvengono al mandato divino; che in certe condizioni i divini divieti ammettono eccezioni; che la debolezza umana esime dal mandato divino».
Sul tema della coscienza, mons. Sample indica che essa «non è di per sé una legge, né può fare a meno della ragione o soppiantare i comandi di Dio così come insegnati dalla Chiesa. Giovanni Paolo II ha esplicitamente respinto la possibilità che un giudizio soggettivo di coscienza possa legittimare “soluzioni cosiddette «pastorali» contrarie agli insegnamenti del Magistero” (Enciclica Veritatis Splendor, 56) o permettere che le persone violino le norme morali che non tollerano eccezioni».
In merito al secondo possibile fraintendimento, si ricorda che la Chiesa «come Madre e Maestra “non cessa mai di invitare e di incoraggiare, perché le eventuali difficoltà coniugali siano risolte senza mai falsificare e compromettere la verità…Per questo, la pedagogia concreta della Chiesa deve sempre essere connessa e non mai separata dalla sua dottrina.” (Esortazione Familiaris Consortio, 33). Nel suo paziente insegnamento, la Chiesa segue la “legge della gradualità”, sapendo che le persone crescono per tappe nella loro capacità di conoscere, amare e promuovere la buona morale. Tuttavia, in relazione ai divieti che non ammettono eccezioni la “legge della gradualità” non è una “gradualità delle legge”. Perché la legge è anche un dono di Dio che indica la strada, un dono per tutti, senza eccezione, che si può vivere con la forza della grazia, anche se ogni essere umano avanza gradualmente con la progressiva integrazione dei doni di Dio (Cfr. Amoris laetitia, 295). Ciò che è proibito è proibito per tutti, in tutte le circostanze.».
A proposito di una debolezza umana che impedirebbe di vivere la legge divina, il vescovo di Portland sottolinea che «nella Sua grande bontà, Dio non emette ordini da lontano, ma sempre ci accompagna, offrendo la Sua amabile assistenza a chi ne ha bisogno. Cristo è il grande medico, il buon pastore e il fratello che è stato tentato come noi, e i suoi meriti possono convertirsi nei nostri. Per questo, la “legge è un dono per tutti, senza eccezione…[e] si può vivere con l’aiuto della grazia” (Cfr. Amoris laetitia, 295).»
Sinodo 2015 osservatorio