Supponiamo che la morte equivalga all’annullamento totale dell’uomo: Allora essa eguaglierebbe un topo a Dante, un bue a Kant, un asino a Pico della Mirandola, un malfattore a San Francesco… E così non si sfugge, perché se la morte distrugge l’uomo come le bestie, saremmo tutti ridotti alla stessa identica condizione: a non essere più.
Negata la sopravvivenza, non ha più senso vivere, tutto sarebbe una fregatura perché tutto finirebbe con l’ avere lo stesso valore: bene e male, giusto e ingiusto, amore de odio … avrebbero tutti il valore del nulla! No! L’ altra vita non è un’ invenzione della speranza. E’ un’ esigenza della giustizia! Aveva ragione il filosofo francese Gabriel Marcel a sostenere che “se la morte è la realtà ultima, I valori si annientano e la realtà viene colpita al cuore stesso”.
Un fatto.
La sera del 1954 Jacques Fesch, un figlio di papà, viziato da una vita troppo facile, tenta un’estorsione di denaro. Fallito il colpo,mentre fugge, spara ed uccide un poliziotto. Condannato a morte, viene ghigliottinato in Francia il primo Ottobre 1957, a soli 27 anni.
In carcere giunge ad una fede che tocca vette altissime. Nel suo diario scrive: ” Mi hanno detto che non c’è niente dopo la morte: allora mi sono buttato sulla vita e ho cercato, ad ogni costo, e contro tutti, quello che mi piaceva. Ho ucciso, è vero. Ma se non c’è niente dopo la morte, cosa sono il bene e il male? Se non c’è niente dopo la morte perché è proibito uccidere? A chi debbo rendere conto? Perché sacrificarmi per qualcosa se finisce tutto con la morte?”
Abolito l’aldilà, l’ uomo può vivere da bestia! Anche San Paolo scriveva: “Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo perché domani moriremo” (1 Cor 15,32). Ecco per rendere stupida la vita abbiamo bisogno di un gran finale della storia.
Primo indizio: se non c’è l’aldilà, tutto finisce con l’ avere lo stesso valore: con l’ essere nulla. Dante sarà ridotto come il topo: è assurdo! L’ uomo sarà ridotto come la bestia. Concetto sovversivo! Allora perché non vivere da bestia?
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“La vita ci è stata data per conoscere Dio, la morte per trovarlo, l’ eternità per possederlo”. (P. Nouet)
“Se attorno alla mia bara vi vedrò piangere, vi tirerò una scarpa” (don Zeno Saltini)
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Da : E dopo? L’ enigma dell’aldilà – Pino Pellegrino, Astegiano editore