La prima cosa che verrebbe da pensare è: “ Ma è proprio necessaria una festa particolare, quando ogni Domenica, ogni giorno si celebra l’ Eucaristia, la Messa?”
La mia risposta è sì. È necessaria. È Necessaria per fermarci a riflettere su una realtà importante, che oggi molti di noi sembrano aver perso un po’ banalizzando quella che è una realtà importante, la più importante in assoluto l’ incontro con Gesù nella Messa e la sua presenza reale nell’ Eucaristia.
In una città della provincia romana nell’odierna Tunisia, nel 303 d.C. l’imperatore Diocleziano, dopo anni di relativa calma, scatena una violenta persecuzione contro i cristiani ordinando
che “si dovevano ricercare i sacri testi e santi Testamenti del Signore e le divine Scritture, perché fossero bruciati; si dovevano abbattere le basiliche del Signore; si doveva proibire di celebrare i sacri riti e le santissime riunioni del Signore” (Atti dei Martiri, I). Ad Abitene un gruppo di 49 cristiani, contravvenendo agli ordini dell’Imperatore, si riunisce settimanalmente in casa di uno di loro per celebrare l’Eucaristia domenicale. È una piccola, ma variegata comunità cristiana: vi è un senatore, Dativo, un presbitero, Saturnino, una vergine, Vittoria, un lettore, Emerito…
Sorpresi durante una loro riunione in casa di Ottavio Felice, vengono arrestati e condotti a Cartagine davanti al proconsole Anulino per essere interrogati. Ed ecco la risposta di Emerito : « Sine dominico non possumus »; non possiamo, cioè, né essere né tanto meno vivere da cristiani senza riunirci la domenica per celebrare l’Eucaristia.
Il termine dominicum racchiude in sé un triplice significato. Esso indica il giorno del Signore, ma rinvia anche, nello stesso tempo, a quanto ne costituisce il contenuto: alla Sua resurrezione e alla Sua presenza nell’evento eucaristico.
Oggi abbiamo dimenticato che la Domenica è il giorno della risurrezione, della presenza del risorto che ci convoca per incontrarci nella messa. Alla quale facilmente si rinuncia per il divertimento, per lo sport, per lo shopping, perché si deve dormire e riposarsi da una stressante settimana, e chi più ne ha più ne metta. Chi darebbe la vita per la Messa oggi? Chi direbbe di noi senza la Domenica, senza l’ Eucaristia non possiamo vivere?
Eppure sono tanti i martiri odierni che pagano con la vita la fede in Cristo!
Altra sensibilità, che abbiamo perso è quella della presenza reale di Gesù nel pane eucaristico. Si può notare come molti ad esempio si accostano alla S. Comunione, che è momento di gioia, ma anche solenne nello stesso tempo. Alcuni che anziché porgere la mano, sollevandola, ben tesa, come un trono mi verrebbe da dire, tentano di afferrare la particola, quasi a volersene impossessare, altri con le mani semichiuse, altri ancora che giungono in chiesa masticando gomme e poi si accostano alla comunione.
Non parliamo poi di certi abbigliamenti, e non solo nel periodo estivo!
Scrive Padre Cantalamessa: “ Una volta non la si riceveva così spesso e si doveva premettere digiuno e confessione. Oggi praticamente tutti si accostano ad essa … Intendiamoci. È un progresso, è normale che la partecipazione alla Messa comporti anche la comunione …”
Certamente è così, Gesù ha detto prendete e mangiate questo è il mio corpo … prendete e bevete questo è il mio sangue, ma abbiamo la consapevolezza di cosa significa? Non l’avremo mai abbastanza perché è un mistero e una realtà talmente grande che ci supera, ma almeno riconoscere la presenza viva e reale di Cristo.
Paolo ha delle parole molto dure nei confronti dei cristiani di Corinto: “Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.”
Tutte le letture di oggi hanno in comune una parola: Alleanza. L’ Eucaristia ci ricorda un’ Alleanza che Dio ha stipulato ed è un’ alleanza d’ amore che si compie una volta per tutte nel Signore Gesù e non viene meno. Ogni volta che ci accostiamo all’altare del Signore per riceverlo, dovremmo sentire risuonare in noi quelle parole che Gesù pronuncia e che L’ evangelista Giovanni riporta: “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” . Se certamente dobbiamo stupire di fronte alla grandezza di Dio, certamente dobbiamo lasciarci stupire ancora una volta da quell’ amore che diventa dono di vita offerta, speranza e salvezza per tutti noi. Domenica scorsa Gesù ci diceva: “ Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. L’ Eucaristia è la presenza del Signore in mezzo a noi, crocifisso e risorto che ci sostiene in questo cammino, pellegrinaggio che noi stiamo compiendo in questo tempo che è la nostra vita.
Non abbiamo paura di confessare e testimoniare la grandezza dell’ Eucaristia e la presenza del Signore in questo Sacramento temendo di passare per creduloni bigotti.
Personaggi importanti e scienziati non hanno avuto paura e con molto rispetto l’ hanno testimoniato, ne citerò due: Luois Pasteur, scienziato, penso che tutti lo abbiamo sentito nominare, fondatore della moderna microbiologia, si accostava con grande devozione all’ Eucaristia; Guglielmo Marconi sostava ore in preghiera davanti al SS Sacramento. E noi?
Ma tutto finisce qui? No! Madre Teresa di Calcutta diceva: “ Maria, appena ricevuto Gesù, andò in fretta a darlo a Giovanni. Anche noi, appena riceviamo Gesù nella santa Comunione, andiamo in fretta a darlo alle nostre Sorelle, ai nostri poveri, agli ammalati, ai moribondi, agli emarginati e ai respinti”. Perché noi no?
Solo a Dio la lode e la gloria nei secoli! qydiacdon