Fra le elezioni negli Stati Uniti per ii nuovo presidente, il referendum in Italia, e, purtroppo, l’ emergenza terremoto si rischia di abbassare la guardia sulla sistematica diffusione dell’ ideologia gender nelle scuole, fra i nostri giovani, nell’ etica e nel tessuto culturale attuale. Non abbassiamo la guardia! Facciamo ciò che è possibile perchè non accada quello che sta avvenendo in Spagna (dqy)
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La gendercrazia che si è instaurata in Spagna sta procedendo a larghe falcate verso la sua piena applicazione. Presto nelle scuole di ogni ordine e grado avremo studenti delatori nei confronti degli insegnanti che non applicheranno le nuove direttive dettate dall’assemblea di Madrid attraverso la cosiddetta legge Cifuentes, dal nome del governatore dell’assemblea autonoma madrileña, che ha licenziato una legge che sta già mietendo numerose vittime.
Il mese scorso all’apertura della scuola era finito nel mirino il Collegio Juan Pablo II, il cui preside aveva commesso l’imperdonabile errore nel corso di una comunicazione scuola-famiglia di denunciare la legge Cifuentes che avrebbe limitato la libertà di educazione delle scuole e dei genitori. Erano insorte molte associazioni Lgbt che aveva chiesto alla presidenta di applicare le sanzioni previste dalla legge.
Adesso si alza l’asticella di qualche metro. In attesa che la procura ravvisi degli estremi di reato per il povero preside, che rischia così di vedersi negare il contributo che lo Stato dà a tutte le scuole provate, consentendo dunque l’accreditamento, l’associazione Lgbt Arcopoli ha lanciato via Twitter una campagna di delazione per gli studenti che di fatto si può configurare come una vera e propria lista di proscrizione per le scuole che non si piegano all’insegnamento gender tra i banchi.
A dare la notizia, in un articolo firmato da Pablo Gonzalez de Castejòn è il portale Actuall che entra nel dettaglio della campagna di proscrizione.
L’associazione Arcopoli ha deciso di utilizzare tutto il ventaglio di strumenti messi a punto dalla legge. Tra questi l’invito agli studenti a esigere dai loro rispettivi istituti una stretta vigilanza sulle nuove obbligazioni scolari. E se non lo hanno fatto devono scrivere immediatamente scrivere all’associazione Acropoli perché queste vengano compiute. Un atteggiamento di delazione che non è contemplato dalla legge dato che l’associazione non ha meriti per intervenire, però intanto si fa un po’ di terrorismo, in attesa che i giudici affinino la procedura della caccia al reprobo.
Tra le “obbligazioni” compaiono anche rituali curiosi. Ad esempio il far rispettare l’esposizione della bandiera arcobaleno nel giorno dell’orgoglio gay. Giorno che Madrid, guarda caso, sarà mondiale nella primavera del 2017. Questo la legge non lo dice, però dice che le scuole devono commemorare in un qualche modo, non dice quale, la storia della comunità Lgbt.
La stessa strategia è utilizzata per l’istituzione di una biblioteca Lgbt, che dovrà essere presente in ogni scuola. Immaginiamo di che tenore dovranno essere i testi. Ma c’è di più: l’associazione ha annunciato che manderà degli ispettori per certificare il rispetto della legge. A quale titolo? Non si sa, però per certe associazioni di cittadini evidentemente ci sono dei percorsi privilegiati.
E’ evidente che la strategia è quella di portare ad un casus belli. Una scuola che prima o poi verrà presa di mira e punita con la sospensione dell’accreditamento si troverà. Al resto penserà la giustizia ordinaria, che potrà così fare il suo lavoro grazie all’opera “meritoria” di studenti delatori e attivisti gay diventati ormai una polizia politica del pensiero.
Andrea Zambrano, La Nuova Bussola Quotidiana.