Nel 1980 un giovane, di nome Sergio, si suicida nel carcere di Milano. Alcuni anni prima aveva scritto:
“ Sono figlio di una prostituta
e non conosco mio padre:
Talvolta mi sembra di essere nato senza genitori.
Dentro di me urlo e invoco
ciò che la vita mi ha tolto violentemente
e vorrei, come un pazzo, correre per le strade
almeno per vedere … le mamme.
Vorrei incantarmi
guardando mentre baciano i loro figli
e poi vorrei fermarmi a guardare i figli
per intuire cosa provano
in quei momenti beati
che per me non potranno mai esistere.
Ho bisogno di una carezza,
di una dolce voce che mi chiami “figlio”!
Mamma! Mamma del Signore,
mi vuoi bene almeno tu?
Mamma di Gesù, se dici di sì,
baciami questa sera
quando mi addormenterò
e portami in Cielo con te.
Fallo tranquillamente!
Non danneggerai nessuno
perché io sono solo.
Non lascio nessuno
e nessuno piangerà
perché non esisto”.
Non voglio sciupare queste parole con un mio commento: da sole gridano l’ importanza e la necessità della famiglia.
Card. A. Comastri in: Una buona notizia per te – Ciclo C ( *titolo di fantasia)