“Scrive il cardinal Comastri su questa festa: Ricordo che quando ero bambino, la festa del Corpus Domini trasformava anche esteriormente il volto del mio piccolo paese: venivano accuratamente pulite le strade dove passava il SS Sacramento, venivano esposti gli addobbi più belli, venivano raccolti canestri di fiori dalle campagne circostanti e il profumo variegato si respirava dovunque. Lo spettacolo era commovente e coinvolgente.
Ricordo che, nella mia famiglia, la mamma ci preparava spiritualmente alla grande Festa e voleva che tutto fosse bello nella casa e nei nostri vestiti: era un modo semplice e sincero per dire la gioia e lo stupore davanti al dono immenso dell’Eucaristia. Tutto questo parlava al cuore, educava il cuore e manifestava a tutti la fede dei cristiani.
Oggi molte cose, almeno esteriormente sono cambiate. Dobbiamo sono cambiate. Dobbiamo, per questo, vivere soltanto di rimpianti? Dobbiamo chiuderci in una malinconica nostalgia?
Non credo che sia questo l’atteggiamento migliore (anche se un po’ di nostalgia … è legittima)” (A. Comastri: una buona notizia per te/ciclo A)
Eccoci qui, dopo il lungo digiuno eucaristico che la Pandemia del corona virus, ci ha fatto fare, a celebrare questa solennità. Un’occasione importante per interrogarci sulla nostra fede nella reale presenza di Gesù nell’ Eucaristia, dell’importanza della partecipazione alla Messa come incontro vero, autentico con il Signore della salvezza e della vita che ci fa crescere nella comunione con Lui, fra noi, ci permette di vivere quell’amore/carità che ci è stato lasciato come comandamento rivolto ad ogni persona.
Julien Gren, scrittore e drammaturgo statunitense che ha passato gran parte dlla sua vita in Francia, scandalizzato dall’ indifferenza con cui tanti cristiani partecipavano alla Messa domenicale, scriveva: “Ma voi andreste al Calvario così come andate alla Messa? Ma voi scendereste dal Calvario con la stessa indifferenza con cui uscite dalla Chiesa dopo aver partecipato alla Messa? Ma ci credete davvero che in ogni Eucaristia è presente Gesù che, per puro amore, dà la vita per voi?”
Seguendo la chat della parrocchia ho potuto percepire questo desiderio di Eucaristia in cui il Signore Gesù che ci dona la forza per potere realizzare la comunione, rendere concreta la carità, aumentare la nostra fede, anche nelle prove difficili della vita come il momento che stiamo trascorrendo. Il Signore certamente non ci è stato mai lontano, ma siccome spesso i suoi disegni sono un po’ difficili e complicati da capire, se non ci si abbandona alla fede, ma potere di nuovo ritrovarci con Lui, faccia a faccia, in un certo senso, anche se questo faccia a faccia è velato dal segno del pane, non può non riempire di gioia e farci dire: Deo gratias: grazie Dio, grazie Signore.
Deo gratias, perché la mancanza dell’Eucaristia ne ha fatto riscoprire la centralità e l’importanza per la nostra vita di fede.
“Senza di me non potete far nulla” dice Gesù nel vangelo di Giovanni, (Gv 15,5). È proprio così, Signore, senza di te perdiamo i punti di riferimento: la speranza, l’amore gratuito e disinteressato, il saperci donare appieno, la pace di sapere che la vita non finisce con la nostra esperienza fisica, terrena, mortale. Ed è in questa speranza che in Gesù è certezza che affidiamo tutti coloro che sono periti nella Pandemia e non solo!
Grazie “Signor mio Gesù Cristo, che per l’amore che porti agli uomini, Te ne stai notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando e accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti”, prega S. Alfonso Maria de Liguori.
Un amore grande, sconfinato come quello di Dio ha voluto che il Signore crocifisso/risorto/vivente rimanesse presente in mezzo a noi, realmente e non solo in un modo simbolico, come affermano altre confessioni cristiane, per accoglierci, sostenerci con infinita pazienza nonostante le nostre resistenze e ribellioni. Nella SS Eucaristia Gesù si fa nostro compagno di viaggio e sostegno nelle vicende della vita, sempre; non solo in quelle tristi, che purtroppo spesso non mancano e lì è presente per sostenerci rincuorarci!
Come ci ricorda quella preghiera/poesia anonima brasiliana: “Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme:
Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?
E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo
e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia
sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.
Celebrare questa festa ed accostarsi alla S. Comunione, in sua memoria come Egli stesso ci ha comandato implica, poi, che tutta la nostra vita diventi un’Eucaristia permanente. Il Signore si fa dono che raggiunge l’uomo affinché a sua volta ognuno di noi diventi dono, diventi questo grande ringraziamento a Dio che suscita in altri uomini il dire grazie a Dio, il rendere grazia a Dio per le grandi opere che ha compiuto e continua a compiere.
“Io sono il pane vivo disceso dal cielo dice il Signore” [ricevendo questo pane i cristiani entrano nel mistero stesso di Dio, ricevono il suo amore, sono nutriti dalla sua Parola, della sua pace e della sua tenerezza. L’ Eucaristia è fatta di benedizione e di frazione, di lode e di condivisione. Tutto questo ogni battezzato lo sa (o dovrebbe saperlo). E di Domenica in domenica è invitato a tenere sveglia la memoria del Signore, per custodire nel cuore le sue meraviglie. (Messale LDC 2011)]
Come l’ Eucaristia che stiamo celebrando!
Qydiacdon, Deo gratias