Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Parola del Signore
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Girando in questi giorni e guardando le vetrine vedevo tutte queste zucche, più o meno decorate. Anche ieri sera mentre ero seduto in un locale vedevo i bambini, ma anche le mamme che li accompagnavano mascherate da streghe o ammenicoli vari, ma anche dei papà.
Per noi invece non è la festa dei morti, ma dei vivi, perché i santi sono i vivi, anzi quelli che vivono la vera vita nella gloria e nella contemplazione di Dio in Paradiso.
Non guasta forse ricordare l’origine di questa festa. Intanto occorre dire che non è americana, ma di origine irlandese, quando i celti celebravano il loro capodanno nel passaggio stagionale. Ma cosa c’entrano le zucche con tutto questo?
L’usanza di intagliare le zucche, invece, non deriva dai celti, ma da una leggenda irlandese, nota come “Jack’ o’ lantern” che parla del patto fra un uomo e il diavolo; con questo patto Jack riuscì a ingannare il diavolo; evidentemente chi ha coniato il detto “la donna ne sa una più del diavolo” non conosceva questa leggenda
Jack era un fabbro, aveva la fama di uomo astuto, avaro, ubriacone e scommettitore e riuscì ad ingannare il diavolo che era sceso sulla terra per prendergli l’anima.
Ma il fabbro giocò uno scherzetto a Belzebù in maniera da avere la meglio.
Jack si trovava a bere in una taverna, ma, nonostante fosse ubriaco, escogitò un espediente: chiese di fare un’ultima bevuta prima di scendere agli inferi, dopo di che, al momento di pagare, si lamentò di non avere soldi e implorò il diavolo di trasformarsi in moneta per aiutarlo.
Il dio del male acconsentì, ma una volta trasformatosi in moneta, Jack l’afferrò Il dio del male acconsentì, ma una volta trasformatosi in moneta, Jack l’afferrò e la mise nella tasca dove c’era un crocifisso d’argento. Il simbolo cristiano, come vuole tradizione, paralizza il diavolo il quale, implorando di essere liberato, offrì a Jack di prolungare la sua vita 10 anni, e l’uomo accettò.
Trascorsi dieci anni il diavolo si materializzò nuovamente davanti a Jack durante una passeggiata nelle campagne in preda ai fumi dell’alcool, pretendendo la sua anima.
Anche stavolta Jack riuscì ad ingannare il maligno con un escamotage: gli chiese di arrampicarsi per raccogliergli una mela dall’albero. Il diavolo accettò, così Jack fu in grado di bloccarlo di nuovo, incidendo con un coltello una croce sul tronco della pianta. In cambio della liberazione del diavolo, l’uomo ottenne la promessa che il malvagio avrebbe lasciato libera la sua anima.
Jack morì, la notte del 31 ottobre; a causa della sua vita dissoluta non venne accettato in paradiso, ma nemmeno all’inferno perché il diavolo, ancora offeso dai torti subiti, si rifiutò di aprirgli le porte. Tuttavia, il demonio gli diede un tizzone ardente per illuminare il suo cammino. Per non far spegnere la fiamma che gli permetteva di orientarsi nell’oscurità, Jack scavò un cavolo rapa e pose il tizzone all’interno, a mo’ di lanterna. Da quel momento fu costretto ad errare da solo per l’eternità.
La leggenda vuole che ogni anno, durante la notte di Ognissanti, l’anima di Jack vaghi ancora tra le tenebre alla ricerca di un posto dove stare e trovare la quiete. Per questo la notte di Halloween in in America si usa mettere le zucche intagliate fuori dalla porta di casa, per segnalare all’anima errante di “Jack’o’lantern” che in quell’abitazione non c’è posto per lui.
Noi pensiamo che la santità sia qualcosa fuori dal mondo, ma tutti noi siamo chiamati alla santità dal giorno del nostro Battesimo e alcuni ci vengono indicati come se fossero dei nostri fratelli maggiori che ci invitano a ripercorrere quella strada che loro hanno percorso vivendo lo spirito delle beatitudini.
Preghiamo in questa Eucaristia perché i genitori sappiamo indicare non tanto le maschere, i fantasmi , i vampiri, le streghe, ma la bellezza e la luminosità della santità e dei santi che sono in Paradiso.
Qydiac don