Sì, ti ho detto anch’io, come Pietro: “Signore fammi camminare sulle acque”. È una cosa che ritengo impossibile: solo tu ne sei capace. Ma se tu mi chiami, se tu me lo permetti, allora potrò farlo anch’io. Camminerò sulle acque dell’odio e non sprofonderò nel desiderio di vendetta, camminerò sulle acque della solitudine e non annegherò nel rancore, camminerò sulle acque della cattiveria e non mi sporcherò nei sotterfugi. Se lo puoi fare tu perché non anch’io, con il tuo aiuto?
Così anch’io ho lasciato la barca, per seguirti sul mare, senza paura. E per un po’, lo devo riconoscere, ho potuto costatare che l’impossibile è diventato realtà, al di là di ogni speranza.
Ma poi è bastato poco per rompere l’incanto. Al primo insuccesso, alla prima difficoltà, alla prima minaccia, al primo rifiuto mi sono spaventato a morte e non ho più guardato a te, alle tue braccia tese ad accogliermi, al tuo volto che mi incoraggiava.
Lo so, Signore, la causa di tutto è la mia poca fede, la mia fede traballante, la fede altalenante…
Ma tu non fare a meno di tendermi la tua mano e di offrirmi salvezza e riparo.
Roberto Laurita
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«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Mt 14,22-33