Domenica scorsa Gesù, proseguendo il discorso della montagna ci proponeva un cambio di passo importante nel vivere il nostro rapporto di fede: “Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.”
Gesù chiede di andare oltre un rapporto formale nel vivere la nostra fede, pur mantenendo la validità di quelle regole che il Signore stesso ha indicato, ma che devono avere come anima il cuore ed esserne l’espressione.
Oggi Gesù alza ancora l’asticella con quel: ““Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste”.
Le cose che Gesù propone sembrano anacronistiche, non conciliabili con la vita pratica in un mondo in cui il più grande vuole ingoiare e mangiare il più piccolo. Espressioni come: “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. (…) amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Non suonano bene ai nostri orecchi e, forse, anche al nostro cuore.
La legge di Mosè non era riuscita a tradurre l’amore al prossimo come universale, considerando il prossimo solo coloro che appartenevano al popolo di Israele. Ma anche per noi queste
indicazioni ci sembrano paradossali e irrealizzabili: chi può mai pensare di potere eguagliare Dio nella sua perfezione?
Gesù ci propone come una stella polare che deve guidare e orientare tutto il nostro agire, un cammino in una direzione che Lui stesso ha tracciato e che ha come riferimento lui stesso il Dio incarnato che ci rivela quella giustizia di Dio che è la misericordia. Gesù ci dà come modello l’amore di Dio che: “fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?”
Occhio per occhio e dente per dente
La legge del taglione che tanti vorrebbero fosse applicata anche oggi, come accade nei paesi islamici. In realtà è una legge limitativa alla vendetta. Ma in quello che il Signore ci ha detto ci viene indicata una strada da intraprendere verso “la perfezione”, (tra virgolette), che non si limita di limitare e di regolare la proporzione fra il male subito e la giustizia che deve essere applicata, ma si tratta di eliminare la mentalità della vendetta. Il male si vince con il bene
Quella mentalità di vendetta che è ancora presente fra gli uomini, anche nel cuore di tanti cristiani e non e che crea tanti disastri e tragedie. Magari succede che ci si senta anche nel giusto, ma se il Signore facesse sorgere il sole solo sui buoni e non su tutti perché abbiano la possibilità di potere contemplare la bellezza della luce, dei colori della vita e convertirsi?
Cosa difficile da realizzare, una meta, un faro che sta davanti a noi a cui approdare nel mare tempestoso delle nostre emozioni e sentimenti.
Porgere l’altar guancia …
Rispondere alla violenza con la non violenza! Quando si parla di questo tanti che si dimenticano di essere cristiani ricorrono a Ghandi, ma io vorrei ricordare un cristiano anche se non cattolico come Martin Luther King ricordando quello che diceva. “”Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete, e noi continueremo ad amarvi.
Noi non possiamo, in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non-cooperazione col male é un obbligo morale non meno della cooperazione col bene.
Metteteci in prigione, e noi vi ameremo ancora.
Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli, e noi vi ameremo ancora.
Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, nell’ora di mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi morti, e noi vi ameremo ancora.
Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire”
Le frasi dell’altra guancia e del mantello descrivono un orientamento, Gesù con mitezza e fermezza nella sua passione chiede conto della prepotenza e della violenza subita. ( cfr. Gv18,32)
Queste parole del Signore non devono essere prese come pretesto per non denunciare l’ingiustizia.
Scriveva il cardinal Biffi: “Niente è più contrario al vero spirito del Signore, soprattutto perché in questo modo viene lasciate senza difesa la fede dei più piccoli e dei più deboli, che non avrebbero nessuna protezione di fronte alle insidie del male e sarebbero scandalizzati dal silenzio e della acquiescenza della Chiesa davanti all’ errore e all’ empietà”
Chiediamo al Signore in questa Eucaristia di camminare con lui che fà sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti e perché ci renda capaci di amare tutti e pregare per tutt i, anche per quelli che sono ingiusti con noi! Amen
qydiacdon