Le due feste che stiamo per vivere, la Solennità di tutti i Santi e la Commemorazione dei fedeli defunti sono strettamente unite fra loro, ma con sfumature particolari. Tutte e due ci invitano ad alzare lo sguardo su quella che è la nostra storia umana, terrena per alzare gli occhi in su, in alto, al cielo, sperando di andare oltre il cielo stesso e intravvedere una realtà che crediamo e che nello stesso tempo vorremmo già ora contemplare; per noi che siamo in cammino nella fede e per tutte le persone che ci sono care.
Oggi contempliamo i Santi che sono in Cristo nella gloria. La santa Chiesa ancora pellegrina sulla terra venera con gioia la loro memoria in un solo giorno, perché stimolata dal loro esempio, gioisca della loro protezione e contempli quella meta che loro stesso hanno già raggiunto, come ci ricorda il Martirologio Romano. Una meta verso la quale tutti noi siamo incamminati, per raggiungere la quale invochiamo il loro aiuto, la loro preghiera anche per quelle persone che non sono più fra noi e che ancora devono raggiungerla. Noi non crediamo per noi e per i nostri cari defunti un destino di oscurità, di mostruosità, di tenebra, ma di luce e di gioia, di vita in tutta la sua bellezza che solo si può realizzare in quella perfetta comunione con Dio in Cristo che ci attende.
Tutte e due queste feste ci interrogano e ci fanno riflettere non solo su quell’ oltre che ci attende dopo la nostra vita terrena, ma sulla vita di adesso, quella che conduciamo qui oggi, su ciò che orienta il nostro essere e il nostro fare. La Festa di tutti i Santi mette davanti a noi quella che è una vita perfettamente riuscita, un’ umanità pienamente realizzata.
Tutti siamo chiamati alla santità, che è dono d’ amore di Dio, ma che richiede l’ accoglienza dell’ uomo. “Siate santi, perché io sono santo” dice il Signore!
I santi stanno davanti a noi e ci dicono che è possibile camminare sulla via delle beatitudini, che è possibile vivere il Vangelo seguire Gesù su quella strada che Lui stesso ha intrapreso per primo. Come, quello scultore al quale chiedevano come faceva a fare delle opere così belle, ed egli rispondeva che l’ opera era già nel marmo, si trattava solo di togliere tutto quello che le impediva di emergere così il Signore ha tolto tutte quello che impediva di abbandonarsi nelle mani fiduciose del Padre, per vivere quel grande amore di Figli di Dio, che ci ricorda la seconda lettura.
Quel Dio che sentivamo proprio Domenica: “ama tutte le cose che esistono … è amante della vita … corregge a poco a poco … perché, messa da parte ogni malizia, crediamo in te, Signore.”
I santi hanno creduto in questo così indicano a tutti noi e per tutti noi, additandoci Gesù, un cammino di speranza, un futuro che è realtà, che prepariamo nel presente e che, se ci lasciamo guidare dal Signore certamente si realizzerà. Un disegno che va oltre il tempo e la storia umana, non annullando però tutto quello che noi viviamo nel tempo della nostra storia umana.
Perché è qui nel nostro oggi , fra presente e futuro, fra gioie e tribolazioni, fra accoglienza e condivisione che noi siamo già chiamati a rispondere a questa chiamata alla santità che il Signore ci rivolge, a camminare su questa strada possibile, di cui le Beatitudini sono i segnali indicatori!
Qui vorrei ricordare una testimonianza di una santa mamma: Gianna Berretta Molla, questa santa della maternità che avendo un fibroma all’ utero preferì morire, piuttosto che sacrificare la figlia attraverso la testimonianza che ne dà il marito in due brevi frasi : “«Mia moglie aveva una fiducia veramente infinita nella Provvidenza. Era una donna piena di gioia di vivere. Felice. Amava la sua famiglia e la sua professione di medico. La sua casa. La musica. Il teatro. La montagna. I fiori» e “«Amava tutte le cose belle che Dio ci ha donato. Mi è sempre sembrata una donna del tutto normale, ma, come mi disse monsignor Carlo Colombo, la santità non è fatta solo da segni straordinari. È fatta soprattutto dell’adesione, quotidiana, ai disegni imperscrutabili di Dio».
Noi oggi non parliamo più dei Santi e non li proponiamo più ai nostri giovani e questo è un male perché vi è un legame che ci unisce a loro e che non viviamo solo in questo giorno dell’ anno, ma quotidianamente e guardando a loro vediamo un’ umanità nuova, trasformata e innalzata da un Dio che ama!
In questo legame misterioso e reale, vero e vitale noi ci affidiamo a loro, alla loro intercessione. Alla loro preghiera affidiamo anche i nostri cari defunti affinché coloro che stanno completando il loro cammino di purificazione possano vedere Dio al più presto così come egli è in Paradiso!
Deo gratis, qydiacdon