Incredibile! L’on. Christine Boutin, presidentessa del Partito Cristiano Democratico, già deputata dell’Assemblea Nazionale in Francia ed ex-ministro per l’Abitazione col governo Fillon I, è stata condannata ad una sanzione di 5 mila euro semplicemente per aver definito le relazioni omosessuali ricorrendo alle parole della Sacra Scrittura. Non solo: dovrà anche indennizzare con altri 2 mila euro le associazioni Mousse e Il Rifugio, entrambe appartenenti all’orbita Lgbt, presentatesi al processo come parte lesa.
La Corte d’Appello di Parigi ha confermato in tal senso la sentenza emessa precedentemente da un altro tribunale della Capitale francese. Il caso scoppiò, quando nell’aprile 2014 sulla rivista Charles apparve un’intervista realizzata alla nota esponente politica, che per l’occasione dichiarò tra l’altro: «Non ho mai condannato un omosessuale. Ad essere un abominio è l’omosessualità, non la persona omosessuale. Il peccato non è mai accettabile, però il peccatore va sempre accolto». Dichiarazioni, che hanno subito mandato in fibrillazione le lobby Lgbt con annessa sovraesposizione mediatica del “caso”.
L’on. Boutin si è difesa, dicendo d’essersi limitata a ricordare quel che insegna la Sacra Bibbia in merito: nella Scrittura si narra la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gn 19, 1-29), vi si parla esplicitamente di «passioni infami», «contro natura», di «atti ignominiosi» e di «traviamento» (Rm 1, 24-27), vi si specifica che i «sodomiti» non «erediteranno il regno di Dio» (I Cor 6, 9-10) e che la condotta dei «pervertiti» è «contraria alla sana dottrina» (I Tm 1, 10). Per non parlare del Catechismo della Chiesa Cattolica, che definisce espressamente le «relazioni omosessuali» come «gravi depravazioni», «atti intrinsecamente disordinati» e «contrari alla legge naturale», in nessun caso da approvarsi (n. 2357).
Eppure tutto questo non è bastato per evitare alla parlamentare francese una condanna per «incitazione pubblica all’odio ed alla violenza». Prevedibilmente euforica la reazione delle lobby Lgbt alla convalida della sanzione, che hanno salutato affermando: «La Giustizia francese ha inviato un messaggio chiaro alla società». Ed è vero, su questo punto hanno ragione. È ormai evidente a tutti, infatti, dopo questo verdetto, come sia ufficialmente iniziata in Occidente l’era della cristianofobia verso quei cattolici, che usino ancora citare la Bibbia.
Si tratta di un precedente estremamente grave, lesivo della libertà di professare la religione cattolica ed intimidatorio nei confronti di quanti – sacerdoti e laici – intendano far riferimento al testo sacro. Il tempo delle catacombe è tornato.
Mauro Faverzani in Corrispondenza Romana