Il caso scioccante del sedicente mago di Torino, che insieme a due complici avrebbe drogato e sottoposto decine di donne a violenze di gruppo spacciandole per riti purificatori, ha riacceso i riflettori sul fenomeno dell’occultismo e delle sette. Una realtà che in Italia continua a coinvolgere un numero impressionante di persone che si lasciano ingannare da presunti maghi e santoni, come dimostrano le cifre del numero verde AntiSette dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che affidò questo settore della comunità a don Aldo Buonaiuto.
I risultati del monitoraggio
Nel 2016 si sono rivolte al Servizio AntiSette 3.813 persone. Di queste, 2.855 hanno chiesto aiuto, consulenza o informazioni. I casi effettivamente trattati in seguito alle segnalazioni sono stati 1.616. Un numero in costante aumento: si è passati da 43 nel 2002 (dato riferito solo all’ultimo trimestre) a 1.583 nel 2015. Lo scorso anno l’incremento, rispetto al precedente, è stato di 33 casi. In totale le richieste di aiuto dall’avvio del Servizio sono state 13.115, con un’impennata a partire dal 2007 grazie alla collaborazione con la Squadra AntiSette della Polizia.
La diffusione del fenomeno
Si calcola, solo dal monitoraggio dell’Apg, che in Italia siano operative circa 8.000 sette. La maggior parte (il 41%) si trovano al Nord. Il resto sono quasi equamente divise tra Centro (31%) e Sud (28%). Molto più numerosi i guru: sono circa 140.000. La maggior parte (32%) si definiscono medium o sensitivi. Seguono i “santoni” (28%) e i sedicenti maghi o stregoni (21%). Il resto sono “semplici” coach. Il Servizio segnala che sono in aumento coloro che praticano spiritismo e stregoneria. Sono quattro i grandi ambiti in cui si possono classificare le sette. Le più diffuse (39%) sono ancora le psicosette, ovvero quelle che fanno leva sui bisogni psichici degli individui e agiscono inculcando in modo subdolo una sorta di indottrinamento occulto al fine di ottenere il controllo sul mondo dei pensieri e dei sentimenti dei loro membri e, in definitiva, sulle loro azioni per poterli manipolare. Ma sono in crescita le sette che praticano culti estremi (35%): satanismo, stregoneria e soprattutto spiritismo. Seguono sette di carattere magico-esoterico (16%) e pseudo-religioso (10%). Quanti si rivolgono al Servizio segnalano un aumento delle sedute spiritiche (giunte al 30%) mentre oltre la metà delle realtà occulte riguarda riti esoterici e altri fenomeni simili. Il 18% dei casi è relativo a messe nere.
Le vittime
I dati del Servizio stimano in 390.000 le vittime dei guru in Italia. Sorprendentemente, aumentano i componenti di ceto sociale alto (37%), anche se la maggior parte (44%) appartiene al ceto medio, mentre in quello più basso rientra il 19% dei casi. Altro dato interessante è la fascia d’età di quanti fanno ricorso all’occultismo, con un preoccupante aumento dei giovani: sono complessivamente il 49%, di cui il 14% addirittura adolescenti. Gli adulti sono il 38% e il 13% anziani. Questo dato si intreccia con l’aumento delle persone adescate via internet, strumento sicuramente più utilizzato dalla fascia più giovane della società: si è passati dal 9% del 2003 al 32% del 2015, con un incremento costante. Tra le vittime prevalgono ancora gli uomini (56%) mentre sono di più le donne (53%) a chiedere aiuto al Servizio AntiSette, sebbene sia cresciuto nell’ultimo anno il numero di uomini che si sono rivolti al numero verde.
Le motivazioni
Perché le persone si rivolgono alle sette? Secondo i dati rilevati dal Servizio, nella maggior parte dei casi (31%) si tratta di motivi di salute. A seguire ci sono cause economiche, legate alla crisi (22%). Altre ragioni sono legate alla perdita di persone care (15%). Ma sono in aumento quanti si rivolgono ai guru perché hanno problemi familiari (15%) e soprattutto bisogno di spiritualità (17%). Tutto questo porta a concludere che l’uomo continua a cercare qualcosa che vada oltre il semplice materialismo. Il problema è dove lo va a cercare: quando si mette da parte Dio, si diventa più facilmente preda di gente senza scrupoli che approfitta di situazioni di debolezza per scopi infami, come nel caso del santone di Torino e dei suoi complici, o, peggio ancora, coinvolge le vittime in riti e culti che sostituiscono il demonio a Dio. La soluzione, per i credenti, è molto più semplice e a portata di mano: basta volerlo, ricordarsi che siamo figli di un Padre sempre pronto ad accoglierci che ci ha creato per l’eternità e rivolgersi a un sacerdote che sappia aiutare a superare le difficoltà. Per gli altri, è bene ricordare che chiunque dovrebbe prudentemente informarsi con scrupolosità prima di correre dal santone o ciarlatano di turno che promette l’immediata risoluzione dei problemi. Più che mai vale la regola d’oro: prevenire è meglio che curare.
Salvatore Caporale in: In Terris