Festa della SS Trinità, è la festa di Dio, ma di quale Dio? Su Dio se ne sentono tante! In un certo sincretismo religioso in cui sembrano equivalersi ogni religione ed ogni esperienza spirituale non si fa più distinzione.
Possiamo chiamarlo in modi diversi: Allah, Geova, Padre, l’importante è che sia uno solo. A volte può essere un sistema filosofico assurto a religione, come nell’ esperienza delle religioni orientali. Non è così. Leggendo ho trovato questo esempio: “il cielo è uno solo. O lo guardi a occhi chiusi, o a occhio nudo, con il cannocchiale, o con il telescopio: è la stessa cosa”. Non è vero, tutti capiamo che non è così, perché a seconda della modalità tu ti avvicini con più intensità a ciò che stai scrutando. Esattamente come accade in una giornata di fitta nebbia e che dissolvendosi pian piano permette di vedere meglio la realtà che ci circonda. Allo stesso modo accade con Dio.
Occorre poi anche vedere se l’uomo ha questa voglia di incontrare Dio, quello stesso desiderio che animava Mosè nel salire sul Sinai per intercedere per il popolo che aveva peccato con la costruzione del vitello d’oro.
Se non vi è desiderio di Dio l’uomo o lo nega o pone il silenzio non trovando in sé nulla che lo evochi. Ecco perché la festa di oggi è una festa importante perché il cristianesimo dice cose uniche e speciali su Dio, ma soprattutto perché ci fa conoscere e vivere l’esperienza di Dio che si fa incontro e vicino all’ uomo facendo qualcosa di inimmaginabile prendendo un corpo, rivelandoci un mistero d’ amore.
L’ amore implica la relazione se no è sterile narcisismo. Dio si fa conoscere all’uomo attraverso la storia della salvezza. Le letture di oggi dall’ Antico al Nuovo testamento ci parlano di un Dio che è amore e misericordia.
«Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».(1 lettura)
“Il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.”(2 lettura)
“Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.”(Vangelo)
Che poi Dio sia amore, come ci ricorda S. Giovanni, basta guardare al Crocifisso e ricordare quanto Gesù ci ha fatto conoscere di Dio e del suo amore per noi.
Dire che Dio è Padre, Figlio, Spirito santo significa parlare di un Dio che è relazione, ma non solo fra le persone divine, ma che questa relazione si apre all’incontro e alla relazione con l’uomo. Relazione salvifica e per il bene dell’ uomo. Dio non è un Dio padrone, anche se tutto viene da Lui ed è sua opera, ma che nella sua onnipotenza agisce per il bene delle sue creature che siamo noi e ama con lo stesso amore che anima la relazione fra le persone della SS Trinità.
Abbiamo sentito che è un Dio lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che non condanna, ma perdona. Il suo è un amore che rialza, che dà vita ed è tanto grande che raggiunge il suo apice nel dono del figlio che ci fa conoscere il Padre e lo Spirito.
In questo periodo in cui si parla tanto di distanziamento sociale forse non è un male ricordare che Dio non ha praticato con noi il distanziamento sociale anche se eravamo malati dal male più terribile del Corona Virus, che è il peccato, ma ci ha abbracciati e toccato come ha fatto con i lebbrosi del suo tempo e ci ha guariti. Mettiamo in atto pure tutte le strategie sanitarie, ma ricordiamo che il male più grande per l’uomo non è morire, ma morire in disgrazia, cioè lontani da Dio, separati da Lui, che significa non poter avere accesso all’eterna felicità di comunione in Lui, con Lui e alla vita eterna.
In questo non vi sono né guanti, né mascherine che possano servire, ma occorre un animo retto, sincero, una relazione umile e l’abbandono della fede.
Avere davanti a noi il modello della Trinità, di Dio-amore ci permette di accoglierci gli uni gli altri senza ipocrisie, secondi fini, ma con “il bacio santo” di cui parla S. Paolo nella seconda lettura.
Guardare alla Trinità e contemplarla, meditarla, diventa per noi la fonte del come vivere le nostre relazioni umane guardando all’ altro con gli occhi di Dio.
La relazione è alimentata dal dialogo, dall’ ascolto. La nostra relazione con Dio è alimentata dalla preghiera che deve avere sempre, anche se rivolta a Gesù, a Maria ai santi delle nostre devozioni una dimensione trinitaria.
Infatti ogni nostra convocazione e preghiera inizia sempre nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
Quando le nostre relazioni diventano difficili in casa, in famiglia, nel lavoro guardiamo alla Trinità, invochiamola, preghiamola, chiediamo luce e consiglio, saggezza e forza, coraggio e lungimiranza, ma soprattutto rinnoviamo il nostro atto di fede in un Dio che è Amore e che anche quando tutto sembra crollarci addosso non ci abbandona e che è sempre pronto a riaccoglierci e a perdonarci, come ci dice nel Vangelo!
Deo gratias, nunc et sempre, qydiacdon