Dal Giovedì santo abbiamo incontrato Gesù nel servizio, lavanda dei piedi; nell’Eucaristia; nella Passione e nella morte in Croce e ora siamo qui a vegliare, ma cosa attendiamo? Un’ esplosione di luce? Un redivivo? Un fantasma?
Nella veglia siamo entrati nella pienezza del grande mistero di Gesù, risorto e vivente e lo abbiamo fatto attraverso quattro segni, quattro simboli che non sono solo da compiere, ma da comprendere, da meditare e da pregare per coglierne il loro significato profondo.Questi simboli sono: la luce o il fuoco, la Parola, l’acqua. Tutti questi quattro simboli possono essere ricondotti a Gesù stesso. Gesù è la luce del mondo. Il fuoco nuovo che quest’anno non potremo accendere, e il cero pasquale, sono il simbolo di Gesù risorto che vince l’oscurità del male e del peccato.
La lettura prolungata della Parola di Dio ci rammenta come la storia dell’ uomo tutta sia attraversata dalla presenza di Dio e dal suo agire. L’ acqua che viene benedetta ci riporta alle sorgenti della nostra vita di Figli di Dio: il nostro Battesimo, in cui sepolti con Gesù, liberati da Lui risorgiamo per una vita nuova, diversa. Una vita che richiede la consapevolezza di uno stile che sia quello del dono, del servizio, della Carità.
L’ Eucaristia. Giovedì santo ne abbiamo celebrato la sua istituzione adesso è il momento in cui essa si realizza. Gesù crocifisso e risorto è veramente presente, si dona a noi e noi tutti facciamo un grande Grazie al Padre nello Spirito santo.
Vangelo della messa della Veglia
+ Dal Vangelo secondo Marco
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole.
Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. è risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. là lo vedrete, come vi ha detto”».
Parola del Signore.
Il Vangelo ci presenta le donne che vanno al sepolcro per fare ciò che conveniva, quello che si doveva fare al corpo del defunto, ma sono preoccupate. Vi è una grossa pietra che chiude il sepolcro chi la toglierà?
Anche nel nostro cuore spesso ci sono pietre che hanno chiuso Gesù come in un sepolcro e che gli impediscono di operare. Sono i nostri peccati, la nostra autosufficienza, il pensare che Dio poi, tutto sommato, non sia così necessario nella nostra vita, che non si può volere il bene di tutti …
Macigni che pesano che ci impediscono di percepire quell’amore che ci è stato donato da Gesù sulla Croce.
Quando le donne arrivano al sepolcro notano che la pietra è già stata tolta. Sì il Signore Gesù, per chi entra nel suo mistero di morte e risurrezione, toglie quei macigni che ci impediscono di riconoscerlo, che lo fanno stare lontano dalla nostra vita come un estraneo.
Le donne hanno timore, ma l’angelo dice loro non abbiate paura. Certo di fronte a Dio e a quanto egli compie l’uomo è sempre inadeguato e limitato e il timore può sorgere.
Ma se dio ha sconfitto la morte non dobbiamo temere e non dobbiamo temere anche di fronte alle paure che attagliano l’uomo. Paure che nascono da illusioni che ci vengono proposte come verità, che non hanno nessun fondamento, come quella che la scienza possa guarirci da ogni malanno visto i progressi, di poter vivere senza preoccupazioni chiudendoci in noi stessi in modo egoistico, oppure illudendoci di trovare la felicità aderendo a messaggi di salvezza esotici, o non ponendoci domande.
Vedete con il ribaltamento della pietra tombale di Gesù, con la Risurrezione viene ribaltato tutto un modo di vivere e di pensare mondano e su quello che noi riteniamo sia prezioso. Ecco allora la logica diversa che ci viene proposta quello di Gesù del dono di sé, del dono per …
Scrive il cardinal Biffi:
“Con la risurrezione di Cristo, oltre l’apparenza della scena vecchia e contaminata che ancora sussiste, (guardiamo come va il mondo)comincia ad affermarsi una realtà nuova ed eterna, e il Regno di Dio con la sua efficacia è già arrivato in mezzo a noi, anche se non è ancora pienamente arrivato con la sua visibilità”.
Ad maiorem Dei gloriam, qydiacdon