Il primo gennaio ricorre la festività di Maria Ss. Madre di Dio. Nel 1968 Paolo VI volle far coincidere tale data con la Giornata mondiale della pace. Che in ogni caso è altra cosa dal sincretismo. Ma a Ravenna pare che le idee, in merito, siano piuttosto confuse.
Qui la tradizionale S. Messa di ringraziamento di fine anno con la recita del Te Deum è stata cancellata, per “dirottare” i cattolici ad una visita guidata con annesso momento di preghiera presso la locale moschea, la seconda per estensione in Italia, la stessa da cui sarebbe partito il 10% dei foreign fighters nazionali trasferitisi in Siria a combattere con l’Isis, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine.
L’iniziativa è stata assunta all’indomani della strage islamica di Berlino: «E’ la prima volta in Italia», ha commentato sulla stampa l’Arcivescovo, mons. Lorenzo Ghizzoni. A motivare in modo compiuto ragioni e significato del gesto ha provveduto il direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del Lavoro, Luciano di Buò: «Abbiamo pensato che in un mondo ed in un periodo storico caratterizzato da contrapposizioni e violenza, questo fosse il segno più significativo, che invece la collaborazione e l’incontro tra persone di religioni diverse è possibile e qui a Ravenna è realtà», come se bastassero unilaterali trasferte in casa altrui a far parlare di “convivenza”, a riprova di quanto tale termine oggi sia abusato.
La stessa Arcidiocesi di Ravenna, secondo quanto riportato dalla stampa, si sarebbe fatta carico di organizzare addirittura dei pullman, per consentire la maggior partecipazione possibile. Sarebbe meglio destinare tanto zelante dispiegamento di risorse e forze ad assicurare presenze a processioni del Corpus Domini e adorazioni eucaristiche.
In Corrispondenza Romana