L’aeroporto di una città dell ‘Estremo Oriente venne investito da un furioso temporale. I passeggeri attraversarono di corsa la pista per salire su un DC3 pronto al decollo per un volo interno.
Un missionario, bagnato fradicio, riuscì a trovare un posto comodo accanto a un finestrino. Una graziosa hostess aiutava gli altri passeggeri a sistemarsi.
Il decollo era prossimo e un uomo dell’equipaggio chiuse il pesante portello dell’aereo.
Improvvisamente si vide un uomo che correva verso l’aereo, riparandosi come poteva, con un impermeabile. Il ritardatario bussò energicamente alla porta dell’aereo, chiedendo di entrare. L’hostess gli spiegò a segni che era troppo tardi. L’uomo raddoppiò i colpi contro lo sportello dell’aereo. L’hostess cercò di convincerlo a desistere. «Non si può… E’ tardi… Dobbiamo partire», cercava di farsi capire a segni dall’oblò.
Niente da fare: l’uomo insisteva e chiedeva di entrare. Alla fine, l’hostess cedette e aprì lo sportello. Tese la mano e aiutò il passeggero ritardatario a issarsi nell’interno.
E rimase a bocca aperta. Quell’uomo era il pilota dell’aereo.
Signore
tu ci scruti a ci conosci.
Tu entri nei nostri più nascosti pensieri: sai anche le strade dei nostri desideri
e le parole non ancora dette.
Se tu fossi un nemico, Signore, sarebbe terribile.
Ma Tu ci vuoi bene
perché ci hai tessuto fibra per fibra
nel grembo di nostra madre.
Prima di ogni altro
ci hai visto germogliare
e ci hai sorriso nel portarci alla vita.
Signore guardaci; entra nel nostro cuore
nel fondo dei nostri pensieri.
Il tuo sguardo ci illumini e ci dia gioia,
guidaci sulla via della vita!
(liberamente tratta e adattata da Amico Dio – Tonino Lasconi, ed. AVE)
Attento! Non lasciare a terra il pilota della tua vita.
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Liberamente tratto da: C’è qualcuno lassù di B. Ferrero – LDC
* il titolo è di fantasia