Vi ricordate il vangelo di Domenica scorsa?
È importante, perché se no non riusciamo a capire bene quello di oggi. È come se noi andando al cinema e iniziassimo a vedere il film dalla seconda parte, con ogni probabilità non capiremmo un granché della storia.
Il Vangelo di oggi inizia, infatti esattamente dove terminava quello di Domenica scorsa: Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato, siamo nella sinagoga, nel giorno di sabato, è stato solennemente letto il rotolo del profeta Isaia in cui è scritto quello che Dio ha promesso si realizza, che inizia un tempo nuovo, il tempo dove tutti possono sperimentare e conoscere l’ amore e la misericordia di Dio, il grande tempo della liberazione da ciò che rovina di più l’ uomo che è il peccato. É arrivato il tempo da tutti atteso: quello della venuta del Messia.
Allora subito la meraviglia, poi immediatamente: “ Ma non è costui il Figlio di Giuseppe?” Come può il figlio del falegname dire queste cose. Oggi noi diremmo, ma quale laurea ha per venirci a spiegare, per fare certe affermazioni, in quale università ha studiato? Come si permette, con quale autorità. Prendendolo un po’ in giro potremmo anche dire chi gli ha dato il titolo di “profeta”.
Un figlio di un falegname che ha queste pretese! Certo dice delle belle parole, ma è il figlio di Giuseppe.
Che brutta cosa , quando si guarda solo all’ apparenza più che alla sostanza, quando di fronte a qualcuno ci lasciamo guidare dal pregiudizio! Proprio come …
“Una coppia di sposi novelli andò ad abitare in una bella zona molto tranquilla della città. Una mattina, mentre bevevano il caffè insieme, il giovane marito si accorse, guardando attraverso la finestra aperta, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria dal terrazzo e disse: “Ma guarda com’è sporca la biancheria di quella vicina! Non è capace di lavare? O forse, ha la lavatrice vecchia che non funziona bene? Oppure dovrebbe cambiare detersivo!… Ma qualcuno dovrebbe dirle di lavare meglio! O dovrebbe insegnarli come si lavano i panni!”. La giovane moglie guardò e rimase zitta.
La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento perché si asciugasse.
Dopo qualche tempo, una mattina l’uomo si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva la sua biancheria pulitissima e disse alla giovane moglie: “Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà detto come si fa?”.
La giovane moglie gli rispose: “Caro, nessuno le ha detto e le ha fatto vedere, semplicemente questa mattina, io mi sono alzata presto come sempre per prepararti la colazione e ho preso i tuoi occhiali e ho pulito le lenti!”. Avete capito cos’è un pregiudizio?
…Ed è proprio così anche nella vita… Tutto dipende dalla pulizia delle “lenti dei nostri occhiali” attraverso i quali si osservano i fatti, le persone. Prima di criticare, sarebbe meglio guardare bene se il nostro cuore e la nostra coscienza sono “pulite” per vedere meglio. Allora vedremo più nitidamente la pulizia del cuore del vicino…
Quanti pregiudizi ci accompagnano nella nostra vita e non solo sugli altri, ma forse anche su Gesù, su Dio.
Quello che succede ai compaesani di Gesù, che non riescono ad andare oltre al fatto di vedere in Gesù il Figlio del falegname chiedendogli in un certo modo di fare vedere chi è realmente, compiendo qualche miracolo, come ha fatto altrove succede anche a noi quando vorremmo che Dio si facesse vedere secondo quello che è il nostro modo di immaginarlo. Il Dio che accomoda la vita secondo le aspettative che abbiamo.
Quando pensiamo che Dio sia un Dio che dice sempre non devi fare, non devi fare, ma non è così! Dio ci dice fai il bene, vivi l’ amore, quell’ amore di cui parla Paolo nella seconda lettura che : “non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta…” Ciò che dice Paolo è bellissimo. Se manca questo amore, che è quello che insegna Gesù, tutto è stonato, come se un’ orchestra suonasse con strumenti scordati e ognuno andasse per conto suo. Succede così anche noi che spesso parliamo di amore, di voler bene, ma non come lo insegna Gesù, come vuole Dio. Sapete cosa succede allora? Che la vita della persona va in pezzi, ogni cosa non è più al suo posto.
Ma qual’ è il problema? Bisogna guardare il cuore. Il problema dei compaesani di Gesù è che il loro cuore non è sincero, non chiedono un segno per essere aiutati ad avere fede, per cambiare la loro vita. Gesù mette in guardia con la risposta che dà citando i due profeti: Elia ed Eliseo mandati a due stranieri: una vedova e un lebbroso che furono sfamati e guariti.
L’ annuncio che Gesù viene a fare non è per un piccolo gruppo, una cerchia di amici intimi, ma la salvezza è rivolta a tutti. Questa risposta fa molto arrabbiare gli abitanti di Nazareth che cercano di ucciderlo.
Forse anche noi, anche tanti uomini oggi cercano di togliere Gesù e tutto quello che ci parla di Gesù dalla vita e dalla storia … come ad esempio in quel cimitero in cui non si è voluto mettere la croce all’ ingresso del nuovo cimitero … , chissà forse fra un po’ dovremo farci il segno della croce di nascosto, come facevano i primi cristiani.
Ma: “Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.” Sì e ancora oggi Gesù continua a camminare con noi, nella nostra vita, senza dare giudizi, senza avere pregiudizi, rivolgendosi ad ogni uomo, ogni donna , ragazzo, bambino che lo voglia ascoltare ed accogliere, per mettersi in viaggio con Lui e dire a tutti che Dio è amore.
Saremo così anche noi profeti in questo mondo, in questo momento, in questo tempo!
Deo gratias,qydiacdon