Signore Gesù, come capisco i tuoi apostoli che non capiscono. Mi sento molto uno di loro in fatto di lontananza dalla Croce, di istintivo rifiuto a tutto ciò che porta l’ amaro sapore della sofferenza. Trovo più facile sentire parlare della Croce, meglio se un discorso elegante, o parlarne io stesso. Però il discorso rimane alla periferia della mia vita, ne parlo come un oggetto da trattare. Oppure mi piace vedere la Croce, tanto meglio se artistica o comunque di pregevole fattura. Ce ne sono tante, di tutte le dimensioni, di tutti i colori, di tutti i materiali di tutti i prezzi. Sì, perché le croci si possono anche comprare.
Al massimo riesco a portare la croce attaccata alla giacca o al collo … Ma la Croce non è fatta per il bavero di una giacca, ma per il cuore; deve stare dentro, conficcata nel profondo. Questo mi riesce difficile da fare, anche solo da capire; usando solo la ragione, mi sembra un controsenso.
Figuratevi poi portare la Croce degli altri! Tante volte nemmeno la vedo, e quando la scorgo o intravedo, trovo più scomodo scantonare, fingendo di non averla vista.
Signore perdona la mia fuga dalla Croce!
Mauro Orsatti in Servizio della Parola