Intorno alla stazione principale di una grande città, si dava appuntamento, ogni giorno e ogni notte, una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli giovani drogati. Di tutti i tipi e di tutti i colori. Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Barbe lunghe, occhi cisposi, mani tremanti, stracci, sporcizia. Più che di soldi avevano tutti bisogno di un po’ di consolazione e di coraggio per vivere, ma questa cose oggi non le sa dare quasi più nessuno. Colpiva, fra tutti, un giovane, sporco e con i capelli lunghi e trascurati, che si aggirava in mezzo agli altri poveri naufraghi della città come se avesse una sua personale zattera di salvezza.
Quando le cose gli sembravano proprio andare male, nei momenti di solitudine e di angoscia più nera, il giovane estraeva dalle sua tasca un bigliettino unto e stropicciato e lo leggeva. Poi lo ripiegava e lo metteva in tasca. Qualche volta lo baciava, se lo appoggiava sul cuore o sulla fronte. La lettura del bigliettino faceva effetto subito. Il giovane sembrava riconfortato, raddrizzava le spalle, riprendeva coraggio. Che cosa c’era scritto su quel misterioso biglietto? Sei piccole parole soltanto: “ La porta piccola è sempre aperta”. Tutto qui. Era un biglietto che gli aveva mandato suo Padre. Significava che era stato perdonato e in qualunque momento avrebbe potuto ritornare a casa. E una notte lo fece. Trovò la porta piccola del giardino di casa aperta. Salì le scale in silenzio e si infilò nel suo letto. Il mattino dopo quando si svegliò, accanto al letto, c’era suo padre. In silenzio si abbracciarono.
Leggi:
Parabola del padre misericordioso: capitolo 15 del vangelo di Luca:
“11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, …”
PS: la porta del confessionale è sempre aperta