Spesso noi parliamo dello Spirito Santo come di un illustre sconosciuto, quasi se ne sentisse parlare solo in occasione dell’amministrazione del Sacramento della Cresima, o in preparazione e nella celebrazione della solennità di Pentecoste.
Questo accade perché, ahimè, purtroppo, abbiamo poca dimestichezza con la Parola di Dio, ma in realtà non è così, come ci dice l’ascolto prolungato della parola del Signore che accompagna la Veglia di Pentecoste. Lo Spirito santo agisce ed è all’ opera molto prima della Pentecoste. Il Battista e sua madre Elisabetta sono persone piene di Spirito Santo. Anche Zaccaria, il padre del Battista, appena nasce il figlio è pieno di Spirito santo. Nell’ incontro al tempio con il vecchio Simeone lo Spirito è presente. Abbiamo ricordato da poco, nella chiusura del mese di Maggio, come lo Spirito agisca in profondità nella vita di Maria.
I padri della Chiesa dicono che nella creazione lo Spirito Santo è all’ opera con il Padre e con il Figlio. È sempre lo Spirito che scende sui profeti, i re, i sacerdoti e ispira gli autori della Scrittura.
La festa di Pentecoste, che celebriamo, compie la promessa che Gesù ha fatto ai suoi, quella di mandare un altro Consolatore! Quanta fatica, però deve fare lo Spirito per fare breccia nei nostri cuori, per compiere in noi una metamorfosi e renderci uomini e donne spirituali, cioè che da Lui si lasciano guidare.
Nel Battesimo noi riceviamo lo Spirito, ma non siamo ancora, consapevoli di questo dono. Nella Cresima riceviamo lo Spirito per adempiere alla missione di essere testimoni della fede, ma quanti se ne rendono conto e questo non solo i ragazzi, ma anche le famiglie, che dovrebbero preparare il cuore dei loro figli a ricevere il dono. Del resto basta vedere cosa accade dopo! Quanti sono quelli che continuano un cammino di fede, ad incontrarsi con Gesù nell’ Eucaristia, a celebrare il Sacramento della Confessione, a pregare …
Il Vangelo ci presenta i discepoli chiusi nel cenacolo “per timore dei giudei”.
Le apparizioni di Gesù risorto ci presentano un aspetto particolare, quello della difficoltà a credere. Sembra che i discepoli si siano scordati tutte le parole di Gesù, quelle che abbiamo sentito anche noi in queste domeniche: “Non vi lascerò orfani, vi manderò un altro Consolatore … Lui vi darà la forza, guiderà alla verità …”
Paura perché il Signore ha affidato loro una missione grande: “Andate, Battezzate, insegnate, [siate credibili] …”. Consapevoli dei propri limiti e comportamenti nella passione hanno semplicemente paura.
Ora hanno semplicemente paura, ma questa paura è salutare perché fa nascere in loro quella umiltà che li porta alla preghiera e alla consapevolezza che senza il Signore e senza lo Spirito non possono fare nulla! Eccoli quindi in preghiera e in attesa!
E noi siamo nella stessa attesa e in preghiera?
Lo Spirito è qualcosa di impalpabile, per questo sembra così lontano da noi eppure avvolge, circonda tutta la nostra vita! Ma noi lo snobbiamo, [passatemi questo termine], e non poco!
Quante volte il pessimismo e la solitudine prevalgono nella nostra vita e ci sentiamo come dei “brutti anatroccoli”, incompresi, feriti, bisognosi di consolazione … ma ci rivogliamo al Paraclito, allo Spirito Consolatore, a Colui che sta accanto e ci sostiene nella difficoltà?
La nostra fede vacilla, è debole di fronte alle prove della vita, di fronte alla morte di chi ci è caro, invochiamo lo spirito che dà vita, e rafforza la nostra fede, la nostra speranza? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla (Gv 6,63), leggiamo nel Vangelo di Giovanni.
Ieri sera nella messa vespertina della vigilia avevamo la visione delle ossa aride del profeta Ezechiele, richiamavano alla nostra mente l’immagine di una nuova creazione. Attraverso queste ossa che si riuniscono ai loro corpi e che ritornano in vita e diventano un grande esercito sterminato il profeta annuncio il ritorno alla vita di un popolo che con l’esperienza dell’esilio non era più tale e nello stesso tempo però il nostro pensiero non può non andare anche alla risurrezione dei credenti che muoiono nella fede in Cristo.
Invochiamo in questi momenti difficili della nostra vita lo Spirito vivificatore, che ci confermi nella fede semplice, vera, umile, schietta dei santi?
Quanta fatica facciamo a vivere il nostro quotidiano con il Signore Gesù in un rapporto autentico fra persone vive e non saltuario! Ci dimentichiamo che è lo Spirito santo che ci ricorda quello che Gesù ha fatto per noi e ci conduce a comprendere la verità del Vangelo in un mondo che è popolato di menzogna, di illusione, di vanità, e di perversione! Come gli apostoli anche noi dobbiamo attendere e pregare, riconoscerci poveri fino a che non saremmo arricchiti dal dono dello Spirito Santo che ci renderà non solo pieni di consolazione, ma anche di coraggio per annunciare la verità del Vangelo, la verità del Cristo crocifisso e risorto!
Non illudiamoci, perché con l’inizio della missione dei discepoli, della Chiesa si inaugura anche la stagione del martirio! Un martirio che in molteplici forme continua anche oggi in modo cruento e non attraverso legislazioni che codificano modi di vivere non solo in contrasto con il Vangelo, ma anche di quella legge naturale e di quei valori non negoziabili che, come ricorda il Papa emerito Benedetto XVI, siamo chiamati a difendere!
Stiamo vivendo ancora il tempo della Torre di Babele in cui gli uomini non sanno più parlare il linguaggio dell’amore e della verità. La Pentecoste è l’anti Babele perché i cristiani sappiamo parlare e testimoniare con la forza dello Spirito al mondo il nuovo linguaggio dell’ amore e della verità come ci ha insegnato Gesù Cristo!
Deo gratias. qydiacdon