“Di che cosa avete paura miei cari?”, ci dici Signore.
E ripeti: “ Non permettere che il vostro cuore sia turbato”.
Abbiamo bisogno che ce lo ripeti spesso,
perché sono innumerevoli e pesanti le nostre paure.
Abbiamo paura dell’ imprevisto che verrà,
di non farcela e di rimanere soli,
di perdere la tua confidenza e considerazione.
Abbiamo paura del dolore e della stanchezza,
delle ferite che ci lascia il giudizio degli altri,
delle sconfitte nelle battaglie della vita.
Abbiamo paura della violenza che potremmo subire,
delle ingiustizie e degli sbagli di valutazione,
della fiducia mal riposta che si ritorce contro di noi.
Abbiamo paura di non essere o di diventare qualcuno,
di sciupare il tempo limitato della nostra vita,
di presentarci al tuo cospetto con le tasche vuote.
Abbiamo paura di svelare i nostri reali sentimenti,
di sentirci insicuri e fragili,
di vedere nello specchio i nostri peggiori difetti.
Abbiamo paura di avere troppa paura,
di bloccarci di fronte alle intemperie della vita,
di diventare incapaci di superare gli ostacoli.
E per, ogni paura, tu hai il tuo ritornello:
“Non abbiate timore, perché io veglio su di voi,
riconduco al giusto alveo il vostro fiume,
garantisco la vittoria del bene alla fine del tempo,
ricompenso lautamente chi mi è stato fedele.
E, leggendo le intenzioni più nascoste,
le attenuanti più intime e personali,
non posso farvi paura, perché sono dalla vostra parte.
Il timore di Dio è soltanto il giusto rispetto,
la presa di coscienza dell’ essere sicuro con me,
la giusta considerazione della creatura
per il suo creatore e salvatore”.
P.Raimondo , S. Messina in: Suo Padre uscì a supplicarlo.