Di fronte all’ apologia di babbo Natale che i media ci hanno propinato in questi giorni, questa sera mettiamo davanti a noi le parole del profeta:
“Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.”,
abbiamo sentito proclamare dal profeta Isaia. Queste parole sembrano adattarsi pienamente alla situazione del nostro tempo, in cui sembra che le ombre prevalgano sulla luce. La settimana che ha preceduto questa grande festa della cristianità si è tinta di rosso. Sangue di persone innocenti che volevano anticipare in qualche modo la gioia che è la caratteristica di questa festa, perché:
“Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.”
Gioia perché quel bambino è l’ Emmanuele, Dio che viene per stare con noi. Eppure dopo 2000 e più anni sembra che questa evento non abbia lasciato traccia nel cuore degli uomini, nella storia personale di tanti e nella storia dell’ umanità.
Ricordo che molti anni fa nella prima parrocchia dove andai, con i ragazzi allestimmo uno spettacolo che iniziava con l’ invio di un angelo sulla terra, perché Dio si chiedeva se valesse ancora la pena di rivivere il grande evento dell’ incarnazione o se il Natale dovesse essere abolito, cancellato, ridotto com’era ad una grande operazione commerciale, di sentimenti, anche buoni, ma che non mettevano al centro l’ avvenimento: “ Un bambino è nato per noi”!
Le parole di Isaia sono luce di speranza per tutti noi che spesso ci troviamo come spettatori impotenti dagli accadimenti provocati dalla violenza, frutto del peccato degli uomini.
Nella notte della vita e della storia c’è una luce, una luce grande, che è la risposta di Dio ai nostri timori, alle nostre ansie, alle nostre paure, è quella luce che brilla a Betlemme e viene illuminando nuovi orizzonti su e in questo mondo stravolto e sfigurato da tanti eventi, sulle soluzioni che cercano i potenti. Dio entra in punta di piedi, avvolto di debolezza. Ma di quella debolezza che è l’unica forza che cambia il mondo, la storia, la trasfigura con la sua luce.
1. Sono quegli orizzonti che stanno costruendo persone come i missionari, che condivideranno il Natale lontano dalla loro terra, dai loro cari, per rimanere accanto a coloro che così spesso non trovano ancora posto nel grande albergo dell’umanità e si affidano a Dio.
2. Gli sposi che riescono a rimanere fedeli l’ uno all’ altro, alla loro famiglia e ai loro figli, irradiando un po’ di luce dove parole come fedeltà, impegno, sacrificio, dono oggi non si pronunciano più: troppo impegnative, troppo lontane … non alla moda e testimoniano la realtà della famiglia fondata sul matrimonio e sull’ unione di un uomo e una donna.
3. Tutti i genitori che accolgono la vita dove l’aborto, frutto del nostro peccato di egoismo, di una visione distorta della libertà e della genitorialità è diventato non più un evento drammatico, ma un diritto.
4. Ogni persona che dedica un po’ del suo tempo, con generosità e disinteresse agli altri rimanendo accanto in ogni situazione di difficoltà.
Questi sono gli orizzonti nuovi che la luce di Betlemme, del nato bambino ha acceso, che continua a brillare e che ha bisogno di brillare ancora e di essere accolta nei nostri cuori, affinché noi possiamo trasmetterla ad altri.
Lasciamoci meravigliare ancora una volta di questo grande miracolo, che non è di una notte, di un giorno, ma è possibile ogni volta che accogliamo Gesù nella nostra vita.
Come auguri per tutti vorrei riprendere le parole che ho trovato in un articolo di alcuni anni fa, ma che sono attuali anche oggi:
“In questo Natale ci visiti Gesù con la sua luce per “vedere la Luce”
oltre le nostre notti, per vedere i passi, le situazioni, i vissuti, le persone (…)
Qui troviamo il mistero di Dio fatto vicino e l’accoglienza silenziosa,
discreta e operosa di tante persone perché sia Natale ogni giorno
e per tutti.
Gesù, Verbo fatto carne, Dio con noi, insegnaci a camminare sempre
alla tua luce e ad annunciare di giorno in giorno la tua salvezza.
Buon Natale! La Sua venuta moltiplichi la gioia nel cuore di ciascuno,
la pace e la speranza.”
Deo gratias, qydiacdon