Quando il diritto incontra l’ideologia, il diritto è un uomo morto. Bisogna ricorrere al linguaggio degli spaghetti western per riferire dell’ultimo colpo alla democrazia spagnola dove da tempo nel nome dei diritti Lgbt si prende a picconate l’impianto delle libertà e della democrazia. Non importa se una procura ha stabilito che la pubblicazione della piattaforma HazteOir che denuncia l’indottrinamento sessuale nelle scuole non sia affatto da considerara omofoba. Perché, dato che invece una legge regionale dell’Assemblea di Madrid la considera tale, allora questa deve essere considerata più forte. Ed è con questo spirito che il presidente dell’associazione si è visto comminare una multa di 1500 euro dalla segreteria dell’assessorato delle Politiche Sociali e Familiari della Comunità di Madrid dopo aver letto il libro “Lo sai cosa insegnano a tuo figlio in collegio? La legge dell’indottrinamento sessuale”.Un passo indietro. Nell’estate del 2016 la presidenta della Comunità di Madrid licenzia una legge a tutela della “minoranza” Lgbt. ideologia pura, dove l’insegnamento gender e altre “amenità” contro l’omofobia, entrano nelle scuole. La reazione delle associazioni di genitori è molto forte, spalleggiata da alcuni vescovi spagnoli che denunciano la legge come un attentato alla libertà di espressione. Ma si va avanti e poco dopo un preside di una scuola privata viene multato per aver messo in guardia i genitori dall’ideologia di genere. L’uomo finisce nel calderone e si arriva davanti alla giustizia spagnola. La procura però, non avendo da “spendere” una legge nazionale e dovendosi solo appoggiare sulla legge regionale, opta per archiviare il caso e “salvare” il preside: non è omofobia. Si tira un sospiro di sollievo. Ma il governatorato di Madrid, guidato dall’esponente del Partido Popular Cristina Cifuentes non molla.
Così si arriva alla vicenda che vede protagonista la piattaforma HazteOir. La quale licenzia una campagna per denunciare la legge e lo fa con un opuscolo che cerca di distribuire anche nelle scuole. Immancabile arriva la denuncia della solita associazione Lgbt, che mette l’associazione di fronte al giudice. Anche qui, stessa sentenza: nessun odio omofobico, solo opinioni personali.
Ma Madrid non è d’accordo e il “tribunale” parallelo e amministrativo, che sottende alla applicazione della legge non ci sta: quell’opuscolo contiene espressioni di carattere vessatorio, aggravate dall’intenzionalità di essere attuate con coscienza di quello che si faceva”.
In buona sostanza: al presidente di HatzeOir.org Ignacio Arsuaga viene comminata una multa di 1500 euro. Multa che il portale ha deciso di non pagare, dichiarandosi obiettore di coscienza della legge. Una sorta di prigioniero politico del pensiero unico e totalitario pro Lgbt.
Il tutto per applicare una legge contro la quale HazteOir ha annunciato un ricorso al massimo organo costituzionale per avallarne l’incostituzionalità. Per vari motivi: viola infatti l diritto alla libertà religiosa, sancito dall’Articolo 16 della Costituzione; vìola il diritto alla libertà di espressione (Art 20), ma anche infrange il diritto alla tutela giuridica che recita che tutti i cittadini hanno diritto di ottenere tutela nei tribunali, diritto infranto dal fatto che nonostante il parere contrario di un procuratore, un organo politico ha applicato lo stesso la sanzione.
Infine invade la competenza dello Stato, che dovrebbe legiferare su queste questioni e non un ente locale, come appunto quello di Madrid e usurpa le funzioni dei giudici. Insomma, ce n’è abbastanza per dichiararla incostituzionale, ma questo è l’andazzo oltre i Pirenei. E questo sarà l’andazzo in Italia non appena si ricomincerà con l’iter per l’approvazione della Scalfarotto che rischia di diventare la nostra legge bavaglio.
Andrea Zambrano – La NBQ