Le pressioni internazionali per far riconoscere a tutti gli Stati il “matrimonio” gay o almeno un suo surrogato come le unioni civili sono sempre più forti ed evidenti.
I “dogmi” dell’agenda Lgbt vengono imposti in ogni modo, per vie subdole ma anche in maniera assai violenta. Spesso, poi, sono i giudici supremi nazionali a cambiare le leggi in senso gay-friendly, ignorando totalmente la volontà popolare.
Così, alcuni Paesi non ancora caduti sotto il tallone omosessualista tentano di correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Un esempio in tal senso è l’Armenia, governata attualmente dal presidente Serzh Sargsyan. Come riporta AgendaEurope, il 6 dicembre scorso nello Stato caucasico si è tenuto un referendum su un pacchetto di riforme costituzionali proposte dal governo. Per la cronaca, secondo i risultati ufficiali, il 63,35% degli elettori si è espresso positivamente.
Ci guardiamo bene però dall’entrare nel merito della regolarità del voto e del contenuto della riforma.
A noi interessa solo far notare che, tra gli emendamenti costituzionali approvati, ve n’è uno che si prefigge di mettere in chiaro cosa debba intendersi per matrimonio. L’articolo da modificare è il n. 34, che, attualmente, recita così: “Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi”. Finora, l’asserzione è sempre stata intesa secondo natura e secondo ragione. Il matrimonio, cioè, è solo quello tra un uomo ed una donna. Tuttavia, per evitare possibili equivoci futuri, l’articolo in questione è stato modificato in modo tale che ora, grossomodo, affermerà: “Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi gli uni con le altre”.
Ecco come l’Armenia si sta preparando a difendere la famiglia. L’unica vera famiglia.
Se prossimamente gli organismi internazionali o la Corte costituzionale dovessero intervenire per chiedere il riconoscimento del cosiddetto matrimonio gay, dovranno scontrarsi con il dettato, chiaro ed inequivocabile, della Carta fondamentale, la cui riforma, lo ripetiamo, ha ottenuto il consenso popolare.
L’emendamento, peraltro, è stato pensato per escludere qualsiasi altra forma di riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso.
( fonte: notizie pro vita – redazione)