Siamo arrivati quasi al termine del nostro cammino di Avvento, il Natale è prossimo e chi meglio della mamma di Gesù ci può aiutare a vivere e a comprendere cosa significhi la venuta del Figlio di Dio e cosa posso concretamente cambiare nella nostra vita e per la nostra vita.
Abbiamo di fronte a noi quel bellissimo affresco che è il brano del Vangelo che abbiamo letto: l’ episodio della visitazione.
Lo dividiamo in sequenze avendo come riferimento alcune parole.
Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa…
Si alzò e andò in fretta … ripensiamo a quanti se e a quanti ma mettiamo nel nostro rapporto con il Signore nel vivere la nostra fede concretamente. Magari con la testa sappiamo benissimo cosa dovremmo fare, ma quanti rimandi: non adesso, ma poi se faccio così cosa potranno pensare gli altri, cosa diranno di me, come mi giudicheranno se dico che vado in Chiesa, a Messa, mi Confesso, prego, se mi rendo disponibile a qualche gesto di generosità, se invece di impormi cerco di unire di mettere d’ accordo … Maria ci dice la fede senza se e senza ma …
Forse qualcuno di voi sarà già andato a vedere l’ultimo film della saga di Guerre Stellari, bene, i nostri se e i nostri ma nascono da quello che è “ il nostro lato oscuro”, quello che dice di no a Gesù e così dice di no a Dio. Questo lato oscuro è il peccato, che genera egoismo, indifferenza, litigiosità, violenza me alla fine ci troviamo con nulla, come svuotati, ma soprattutto infelici.
Questo alzarsi e andare di Maria ci dice che La fede, cioè affidarsi a Dio, non ci porta a rimanere seduti in casa. È forza ed energia che mette in movimento, che agisce che ci porta ad uscire e andare verso per comunicare e condividere la nostra esperienza di aver incontrato il Signore e di avere risposto sì. Un’ esperienza di gioia contagiosa e di incontro con l’ altro.
Andare verso la montagna …
La strada non è agevole, gli ostacoli non mancano, soprattutto quelli che vengono dalla nostra cattiva volontà, dalla nostra poca disponibilità all’ incontro con il Signore e con i fratelli, occorre superare tanti pregiudizi, tanti schemi mentali precostituiti aprendosi all’ amore a Dio e al prossimo.
Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta … L’altra parola sulla quale ci vogliamo soffermare è: incontro. Incontrare veramente qualcuno significa metterci in cammino ed uscire! Non solo uscire materialmente dalla nostra casa, ma uscire da noi stessi, da quello che è la nostra visione del mondo, della realtà, uscire dai nostri schemi solidi come le mura di un castello e mettermi in cammino verso l’ altro. E’ esattamente quello che fa Dio con noi, venendo in mezzo a noi. In Maria, che porta Gesù in se , e visita Elisabetta è Dio che sta visitando il suo popolo, la nostra umanità per dirci che vuole stare con noi. Incontrare qualcuno può significare, anche dover scalare quella montagna difficile del perdono, della comprensione dell’ altro, aprirsi, accogliere, ascoltare! Il loro incontro intanto è un incontro a quattro, fra queste due donne e i figli che portano in grembo, è un incontro in cui Maria ed Elisabetta riconoscono e si comunicano quella che è l’ esperienza straordinaria della vita che nasce, dell’ azione di Dio che agisce nella storia e nella loro vita; e attenzione, perché il Signore agisce anche nella nostra vita, nella nostra storia, ma come succede spesso ce ne dimentichiamo e non sappiamo più dircelo e comunicarcelo così il cammino della nostra esistenza diventa un po’ come il cammino di ciechi che non avendo nessuno girano a tentoni non avendo nessun punto di riferimento.
Ultima parola gioia. L’ incontro di queste due donne è pervaso dalla gioia! La gioia quella gioia che porta Gesù che viene perché “ abbiamo la vita e l’ abbiamo in abbondanza” . Quella gioia che noi scopriamo quando sperimentiamo che lo sguardo di Dio si è posato su di noi e che Egli è entrato nelle pieghe della nostra esistenza facendosi accessibile, vicino e noi ci siamo affidati a Lui.
Se chiudiamo gli occhi e ripensiamo il testo del vangelo è come se oltre le parole l’ incontro di queste due donne fosse una grande danza ritmata dalla gioia che le pervade. La gioia è la dimensione del Natale, ma quale gioia? Quella del sentirci amati e salvati da Dio!
Allora cercatori di gioia, apriamo gli occhi e lasciamoci guidare dalla stella a Betlem per contemplare la nostra gioia.
Soli Deo Gloria, qydiacdon