Probabilmente anche tu, come me, hai sempre considerato Amnesty International una delle più importanti organizzazioni non governative in tema di difesa e promozione dei diritti umani.
Amnesty International sembra aver in parte cambiato la propria vocazione a difesa dei diritti umani. Infatti, questa organizzazione si sta sempre più concentrando sulla promozione del cosiddetto “diritto all’aborto” e del matrimonio gay.
- In tema di aborto, ciò è dimostrato con la massima evidenza dalla recente campagna di Amnesty per fare pressioni sul governo irlandese. Lo stesso sta accadendo in El Salvador e presso le nazioni Unite, presso le quali Amnesty si sta battendo per un assurdo diritto all’aborto riconosciuto in tutto il mondo. Le campagne di comunicazione in questione mettono in primo piano il diritto della donna ad abortire, dimenticando completamente il diritto del nascituro a venire alla luce e a vivere.
- La recente sentenza della Corte Suprema americana, che ha imposto il matrimonio gay in tutti gli Stati dell’Unione, è stata salutata da Amnesty come “una vittoria per i diritti umani” e si augura che la sentenza possa “influenzare positivamente il dibattito italiano”. Anche in questo caso, che ne è dei diritti dei più deboli, ovvero del diritto di ogni bambino ad avere mamma e papà?
Amnesty, in questo modo, si pone a capo di operazioni di lobbying del tutto discutibili, che con la scusa di difendere presunti “nuovi diritti umani” (delle donne ad abortire, delle coppie omosessuali a sposarsi ed adottare bambini) finiscono per infrangere i diritti umani delle parti in causa più deboli e vulnerabili: il diritto alla vita, di ogni essere umano dal concepimento, e il diritto a una famiglia composta da mamma e papà, per ogni bambino.
Fonte: http://www.citizengo.org/it/26182-il-diritto-allaborto-non-esiste