L’Anticristo gode di una spettacolare mitologia. Lo immaginiamo con le zanne che grondano sangue, una via di mezzo tra Hitler e Gengis Khan; anzi una somma dei due, e con una pennellata di Pol Pot a completare, un’ascia bipenne in una mano e il pulsante della bomba atomica nell’altra. In realtà, in tutto il Nuovo Testamento l’unico punto in cui troviamo la parola Anticristo, declinata sia al singolare sia al plurale, è nelle prime due lettere di Giovanni: «Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi… Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’ anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. …ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo» (1Gv 2,18.22s. 4,2-3). «Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!» (2Gv 1,7).
Accanto all’Anticristo e al suo servizio operano “molti seduttori”. Con questi termini Giovanni, l’evangelista, indica coloro che ri-nati in Cristo nella Chiesa, hanno finito per negare la divinità di Cristo.
Il tema è ripreso da Sant’Agostino nel libro XX del De civitate Dei, dove spiega che con il termine Anticristo non dobbiamo intendere «il capo stesso, ma in senso figurato tutto il suo corpo, cioè la moltitudine di uomini che a lui appartiene come capo». Questi anticristi, che san Giovanni indica anche come seduttori, sono gli uomini empi che corrompono con eresie il Vangelo della salvezza: «Prima della fine, in quest’ora che Giovanni considera l’ultima, sono usciti dalla Chiesa molti eretici, che egli reputa come molti anticristi, così alla fine usciranno da essa tutti coloro che non apparterranno a Cristo, ma all’Anticristo, e allora si manifesterà» (19,2).
Il concetto di Anticristo è teologico, e noi sappiamo che ce ne saranno molti. Perciò, non stupiamoci troppo se i gesti anticristici pullulano in mezzo a noi. È specificato nel Nuovo Testamento, messo nero su bianco nelle lettere di Giovanni e di Paolo, e spiegato (non solo) da Sant’Agostino che ce ne saranno. Gli errori anticristici sono errori teologici così gravi da contraddire Cristo, fino a negarne la divinità. Possiamo definire quindi un gesto anticristico una predicazione (o qualunque altra comunicazione) dove si contraddica Cristo e quindi inevitabilmente se ne neghi la divinità: Cristo figlio di Dio non può sbagliarsi, non può essere superato dai tempi, certamente ha fatto in modo che a noi giungessero le sue vere parole.
I gesti anticristici sono stati sempre presenti nella storia della Chiesa, e oggi non mancano. Anzi, ce ne sono molti e tutti “buoni”. Se il gesto anticristico fosse, con le zanne piene di sangue, dichiarare che è bello frullare i bambini, verrebbe immediatamente bollato come malvagio e nemico dell’uomo. Il gesto anticristico è, con espressioni sdolcinate, correggere con misericordia la generosità infantile di chi si ostina ad accanirsi a somministrare terapie a chi è molto malato e, malgrado tutto, chiede ancora di vivere amato da sua madre, da suo padre e dai suoi amici. Così, per non mancare di misericordia, c’è il gesto anticristico di approvare chi aiuta le mamme a liberarsi dei figli che credono di non volere e, per evitarci il disturbo (e il turbamento) di pensare riciclano gli aborti con la spazzatura e concimano il mondo.
ALCUNI GESTI ANTICRISTICI
Ma ci sono alcuni gesti anticristici che negli ultimi anni hanno caratterizzato la vita della Chiesa e che vale la pena ricordare. Sempre nella prospettiva della bontà, per tranquillizzare tutti, nel luglio del 2016 monsignor Galantino a Cracovia dichiarava ai giovani radunati per la GMG che, grazie all’intercessione di Abramo, Sodoma è stata salvata. Galantino con santa leggerezza contraddiceva l’Antico Testamento e Gesù Cristo, al cui servizio egli è. E poco importa che più volte nei Vangeli il suo Maestro (divino) ricordi la distruzione di Sodoma come esempio dell’irriducibile giustizia divina. Forse è stato per ignoranza ma il monsignore giunto ormai ai vertici della gerarchia, ha compiuto con disinvoltura un gesto e un segno anticristici, nel silenzio quasi generale, spiegando che le cose sono andate diversamente da quanto la Parola di Dio garantisce. È scritto infatti che «nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti» (Lc 17,29). Negli anni 63-64 a Roma, prima di dare la sua vita per Cristo, Pietro scrive: «[Dio] condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente. (2Pt 2,6)
Nel febbraio 2017 il generale dei Gesuiti, padre Arturo Sosa, il Papa Nero, ci ha informato che le parole di Cristo non hanno valore assoluto, ma vanno contestualizzate e interpretate, perché i Vangeli non sono credibili, visto che all’epoca non c’erano i registratori. Egli non crede che Cristo, che ha avuto la potenza di risuscitare al terzo giorno, ha avuto anche la potenza di fare giungere a noi incorrotte le sue parole. Chi ne dubita non crede che Egli è il Verbo eterno del Padre, il Creatore e il Redentore nostro. E così si identifica come seduttore.
Padre James Martin, l’incantevole gesuita color arcobaleno a sei colori (manca quello azzurro del cielo!) pretende che la Chiesa chieda perdono ai sodomiti, perché l’uso a scopo ricreativo dell’ultima porzione del tubo digerente (con tutti i problemi sanitari che comporta) secondo lui è una scelta giusta, perché congenita e irreversibile. Ad essere sbagliati sono il Vecchio e il Nuovo Testamento e Cristo, che si dichiara Figlio di un Padre che è Dio degli Eserciti e che ha distrutto Sodoma. È vero: le parole di padre Martin contraddicono Cristo, ma non è lui il cattivo! Egli non solo è molto “buono” e ricco di misericordia verso tutti i gay che vogliono continuare a esserlo, ma nega persino l’esistenza di ex gay. Dio ama tutte le sue creature, ma non i loro peccati, perché sa che il peccato le precipita in basso, mentre la conversione le spinge in alto, nelle braccia dell’Altissimo. Un cattolico non può contraddire la Parola di Dio e la Tradizione della Chiesa.
L’AFFRESCO GAY FRIENDLY NELLA CATTEDRALE DI TERNI
L’affresco voluto da monsignor Vincenzo Paglia è un ulteriore esempio di gesto anticristico. Egli ha imposto alla cattedrale di Terni un affresco affidato a un mediocre pittore argentino gay che egli, Paglia, ha innalzato agli onori della cronaca e ha coperto di soldi sottratti a una diocesi già indebitata fino alle orecchie. Paglia è ora presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul Matrimonio e la Famiglia, istituzioni che ha arricchito di voci misericordiosamente pro aborto e pro eutanasia, eliminando dalle discipline da studiare la teologia Morale, fondamentale e speciale, che fonda e sostanzia tutti gli altri studi sulla famiglia.
A spiegare l’affresco della Cattedrale di Terni ci ha pensato l’autore, Ricardo Cinalli: rappresenta un’opera omoerotica. Come modello dello strano Cristo senza barba ha fatto posare un parrucchiere, suo amico. Per richiamare la natura umana di Cristo (che noi credevamo completamente rappresentata dalla sua dolorosa Passione), Cinalli fa intravedere i suoi grossi genitali, mentre Cristo in una posizione ridicola, col ginocchio esageratamente alto che ricorda un passo di aerobica, sale verso il cielo trascinando nelle mani due reti piene di uomini nudi, al pari di una massaia che porta le sue sporte (il paragone è dell’autore!). Cinalli ci spiega che dentro quelle reti Cristo porta in cielo le anime, moltissime delle quali sono gay e trans. Infine, non poteva mancare la rappresentazione ecumenica di uomini di Chiesa. Paglia è raffigurato nudo, con lo zuccotto da vescovo in atto di abbracciare un altro uomo coperto con il solo perizoma. Don Fabio Leonardis, allora parroco della cattedrale e responsabile della cultura in diocesi, morto nel 2008, vi appare palestrato e in perizoma, con un tatuaggio a forma di freccia di cupido che attraversa un cuore dov’è scritta la parola “amore”. Don Fabio è all’interno di una rete insieme ad altri personaggi “dall’aspetto erotico”. Cinalli ci tiene a precisare che “l’intenzione è erotica, non sessuale”. Non tutti colgono la sfumatura. Pazienza!
L’affresco è evidentemente anticristico. Ma non perché Cristo salva trans e gay. Cristo è morto per i peccatori, e tutti, eccetto la Vergine Maria, siamo peccatori. Cristo vuole la salvezza di tutti, ma l’uomo è libero di rifiutarla. Solo chi crede in Lui e fa la sua volontà sarà salvato. Chi si allontana da Lui perisce. Nell’affresco i corpi nudi nelle reti non guardano Cristo. I palestrati nella rete continuano ad amoreggiare tra di loro, inclusi monsignore Paglia e don Fabio, che addirittura tiene gli occhi chiusi per concentrarsi sul piacere (erotico non sessuale, sia ben chiaro!). Ci viene presentato un Cristo che salva uomini che non tendono a lui, perché non Lo amano e non hanno interesse per lui. Infatti, non guardano a lui, ma sono attratti dal corpo seminudo di un altro uomo, perseverando indifferenti in un comportamento omoerotico che Dio sempre ha condannato.
Davanti a questo affresco anticristico sacerdoti continuano a dire Messa e credenti continuano ad ascoltarla, moltiplicando il gesto anticristico. Così come la “salvezza di Sodoma”, la storia del registratore mancante degli apostoli, le eresie di padre Martin sono state ascoltate da milioni e milioni di persone senza suscitare scandalo e proteste.
Dobbiamo vivere di fede, perché le porte degli inferi non prevarranno mai contro chi è fedele a Cristo. E noi dobbiamo continuare a ripetercelo, soprattutto ora, che sembra che il fumo di Satana già avvistato da Paolo VI all’interno della Chiesa, non se ne sia andato, anzi abbia fatto il nido e stia covando le uova, nella fiduciosa attesa che si schiudano.
Eppure non prevalebunt. Non prevarranno.
Silvana de Mari
Titolo originale: I gesti anticristici in mezzo a noi. E la nostra indifferenza
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/08/2019
Pubblicato su BastaBugie n. 624