“Nessun finanziamento all’aborto e posso assicurare che tra i diritti che difenderemo nel nostro paese vi è quello della vita“. Queste le parole che il 27 gennaio, in una giornata fredda ma soleggiata, il vice-presidente americano Mike Pence ha rivolto alle oltre 700.00 persone (dato riportato dalla CNN) presenti nel cuore di Washington per partecipare alla 44a March for Life dedicata al tema: The power of one (il potere di ognuno). Per la prima volta nella storia un Vice Presidente americano aveva partecipato alla manifestazione. Il presidente Donald Trump aveva inviato il suo sostegno con un tweet:”You have my full support!“.
Le ingenti misure di sicurezza non hanno impedito una presenza traboccante del mondo prolife americano. Migliaia le sigle rappresentate, migliaia gli slogan, i cartelli, i palloncini, le immagini che movimentavano l’allegro ma determinato corteo che dall’obelisco del Mall ha raggiunto il palazzo della Corte Suprema, dove, solo sei giorni prima si erano date appuntamento un numero ben minore di “donne contro Trump”.
“Stand up for Life“, alzatevi e reagite in difesa della vita è stato l’accorato appello che ha lanciato Kellyanne Elizabeth Conway, la responsabile della campagna elettorale di Donald Trump, cattolica praticante e madre di quattro figli, prima di passare la parola al Vice-presidente degli Stati Uniti Mike Pence. “Abbiamo un presidente prolife che mi ha chiesto personalmente di essere qui con voi oggi. Il finanziamento all’aborto è stato già tolto.- ha annunciato Pence – La settimana prossima verrà nominato il nuovo membro della Corte Costituzionale” e la piazza è partita in un’ovazione come se per tutti fosse scontato che sarà un prolife. “State certi che non ci fermeremo finché la cultura della vita non avrà conquistato tutto il nostro paese” ha aggiunto il vice-presidente e ha concluso affermando: “la cultura della vita vince in questo paese grazie a voi”.
Ha poi preso la parola la presidente della Marcia per la Vita americana, Jeanne Mancini, che ha incoraggiato la folla “ad essere la voce di chi non ha voce” e a voler reagire “per i milioni di bambini che sono stati abortiti negli Stati Uniti”. “Abbiamo il potere di cambiare il mondo” ed è nostro dovere farlo, ha concluso la presidente.
Anche gli interventi degli altri membri del Congresso che si sono susseguiti hanno ribadito questo concetto: la cultura della vita si è diffusa in America grazie alla Marcia e alla presenza sempre più numerosa delle nuove generazioni. Hanno confermato la loro battaglia nel seno delle istituzioni contro l’aborto. Non possiamo finanziare con i soldi degli americani l’uccisione dei nostri figli. I soldi dati a Planned Parenthood saranno dedicati ad aiutare le donne e i più vulnerabili della nostra società: i bambini innocenti.
La presidente della Marcia per la Vita italiana Virginia Coda Nunziante con Chiara Chiessi dei Giovani Universitari per la Vita
La presidente della Marcia per la Vita italiana Virginia Coda Nunziante con Chiara Chiessi dei Giovani Universitari per la Vita
Numerosi incontri e conferenze hanno preceduto questa giornata memorabile del 27 gennaio. Tra le tante delegazioni straniere presenti l’Italia era rappresentata da Virginia Coda Nunziante, presidente della Marcia per la Vita, che ha partecipato a numerosi incontri con i rappresentanti delle Marce per la Vita di tutto il mondo
I prolife americani avevano l’imbarazzo della scelta perché tutte le tematiche relative alla difesa della vita sono state affrontate oltre a numerose e toccanti testimonianze. La piazza ha dato la chiara impressione di quanto sta succedendo in questo momento negli Stati Uniti: un inversione di rotta sul tema della vita, grazie alla nuova amministrazione americana. Ma la vittoria di Donald Trump si deve anche al movimento di opinione creato nello spazio di quarant’anni da un’iniziativa ormai divenuta storica quel’è la Marcia per la Vita.
Palmaro in Corrispondenza Romana