Quest’ affermazione è fatta dallo storico statunitense Rodney Stark!
Ci è sempre stato detto da molti che il mondo dovrebbe molto alla civiltà arabo-musulmana: innovazioni straordinarie quali l’ invenzione dei numeri e dello zero, la trasmissione delle conoscenze filosofiche, scientifiche e mediche prodotte dall’ antichità classica attraverso la traduzione di testi salvati dalle devastazioni compiute dai barbari europei e dall’ ignoranza del Medioevo: le eccellenze in campo matematico, geometrico, astronomico, ingegneristico, naturalistico anatomico della cui rendita vive ancora oggi l’ Occidente; gli imprescindibili apporti meccanici e tecnologici, le meraviglie architettoniche di gusti sincretistico tipiche per esempio dello stile mozarabico della Spagne; e persino la raffinatezza delle corti dei califfati mediorientali, veri e propri giardini agli antipodi delle arretrate e ignoranti signorie feudali tipiche del mondo cristiani.
Sarebbe dunque ora di riconoscere il contributo dato dalla civiltà islamica all’ umanità e la progresso, ribadendo che le radici culturali dell’ Europa, oltre che greche, romane e giudeo-cristiane sono anche decisamente musulmane.
Come rispondere?
L’ élite dei conquistatori arabo musulmani hanno sempre assunto le culture dei popoli dell’ Antichità mediorientale della Grecia, della Persia e dell’ India tollerati come dhimmi, letteralmente protetti, in realtà sottoposti e iper tassati. Questa cultura sussunta dai dhimmi è rimasta viva finchè i dhimmi sono sopravvissuti. Coloro che si dedicavano allo studio delle scienze naturali tendevano, infatti a conservare il loro status di dhimmi, mantenendo la loro fede originaria anche quando redigevano le loro opere in arabo.
Ma la piena assimilazione o la conversione all’ Islam dei dhimmi, (per convinzione, per forza, per paura o per comodo), ha comportato la scomparsa della cultura non coranica.
La cultura non musulmana che in determinati luoghi e periodi storici è rintracciabile nel mondo musulmano è solo una sopravvivenza di elementi alieni all’ Islam quantunque in via di scomparsa. Ovvero una forma di resistenza.
Questi elementi culturali non islamici sono sempre e solo appannaggio di pensatori, matematici, astronomi, geometri, ingegneri, artisti e persino capi militari non musulmani: cristiani , ortodossi o eretici, ebrei, e talvolta persino pagani, celati (per imposizione esterna o per paura) dietro nomi arabi o arabizzati.
Oppure si tratta di convertiti all’ Islam ( per ragioni diverse) in cui sopravvivono elementi culturali pre-islamici e non islamici.
Scrive Rodney Stark: “ Molti dei più famosi scienziati del mondo islamico erano persiani non arabi […] Tra di essi dobbiamo annoverare Avicenna, che l’ Enciclopedia Britannica definisce “ il più autorevole di tutti gli scienziati-filosofi musulmani”. (…)
Un altro persiano, al Khwarizmi è considerato il padre dell’ algebra. Al Uqlidisi, che introdusse le frazioni era siriano.(…)
L’ aritmetica non è affatto, come si dice e si ripete, un prodotto arabo: “ i cosiddetti numeri arabi erano interamente di origine indù. Lo splendido sistema numerico indù, basato sul concetto di zero, fu effettivamente pubblicato in arabo, ma lo adottarono soltanto i matematici – gli altri musulmani continuarono con il loro farraginoso sistema tradizionale. Thabit ibn Qurra, noto per i suoi molti contributi alla geometria e alla teoria dei numeri, viene solitamente definito un matematico arabo, in realtà apparteneva alla setta sabiana, una setta pagana. (…) La scoperta che la terra ruota attorno al proprio asse viene spesso attribuita al persiano al-Biruni, tuttavia lui stesso ammise di averlo appreso da Brahmagupta e da altri astronomi indiani. (…)
La medicina “musulmana” o “araba” era di fatto cristiana nestoriana; persino i più illustri medici mussulmani o arabi studiarono presso l’ enorme centro medico nestoriano di Nisibis, in Siria, che era il più grande centro intellettuale dell’ epoca …
Lo studioso Mark Dickens sottolineava che i nestoriani “ben presto divennero celebri presso gli arabi come eccellenti contabili, architetti, banchieri, astrologi, dottori, mercanti, filosofi, scienziati, scrivani e insegnanti. In effetti, prima del IX secolo, nelle aree islamiche tutti i dotti erano cristiani nestoriani.
Il cristiano nestoriano Hunayn ibn Isahq al-‘Ibadi ( in latino noto come Johannitius che raccolse, tradusse, corresse e diresse la traduzione di manoscritti greci, soprattutto quelli di Ippocrate, Galeno,Platone, Aristotele in siriaco e in arabo. (…)
Secondo la monumentale opera di Moshe Gil sotto la dominazione islamica in Palestina “ i cristiani avevano un influenza immensa e posizioni di potere, soprattutto perché tra di loro c’erano brillanti amministratori che occupavano posto di governo, sebbene la legge islamica vietasse di impiegare cristiani per incarichi simili…
Ridotto dal Dizionario Elementare di Apologetica, voce Civiltà Islamica.