La home page della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) annuncia un Congresso internazionale dedicato alle Cure Palliative dal titolo Palliative Care: everywhere& by Everyone. Palliative care in everyregion. Palliative care in everyreligion or belief, che si terrà a Roma i giorni 28 febbraio – 1 marzo 2018.
Il Congresso si legge nella presentazione, «sarà l’occasione per esaminare lo “stato dell’arte” delle Cure Palliative nelle diverse realtà continentali e vuole presentare ufficialmente il “Pal-life Project” della Pontificia Accademia per la Vita, per studiare la diffusione e la qualità delle Cure Palliative nel mondo» (http://www.academyforlife.va/content/pav/it/notizie/2018/congresso-cure-palliative.html).
Il convegno di febbraio fa seguito al Meeting Regionale Europeo della World Medical Association sulle questioni del “fine-vita”, ospitato dalla Pontificia Accademia per la Vita nei giorni 16 e 17 novembre 2017, con la partecipazione di numerosi relatori favorevoli all’eutanasia, o quantomeno al cosiddetto “rispetto per l’autonomia” di fronte al suicidio assistito. Sono proprio gli interventi in questo convegno che hanno spinto la John Paul II Academy for Human Life and the Family (JAHLF), presieduta dal prof. Josef Seifert, a diffondere un importante documento, in cui si sottopongono a una serrata critica alcune posizioni espresse in Vaticano dalla World Medical Association.
Il documento della JAHLF critica in particolare la nozione di “consenso professionale”, come standard etico a cui la comunità medica dovrebbe attenersi riguardo ai problemi del fine vita, e chiarisce l’esistenza di un assoluto obbligo morale a rifiutare un tale genere di consenso. La JAHLF svolge quindi una severa critica filosofica dell’eutanasia e del suicidio medicalmente assistito e chiarisce i diversi e talvolta contraddittori significati del concetto di “cure palliative”. Un importante paragrafo è dedicato al concetto di sedazione terminale profonda.
La John Paul II Academy for Human Life and the Family (JAHLF), è stata costituita da un gruppo di ex-membri della Pontificia Accademia per la Vita, tra i quali, oltre al prof. Seifert, Christine de Marcellus Vollmer, Thomas Ward, Philippe Schepens, Mercedes Arzú Wilson, Michael Schooyans, con l’intento di continuare ad esporre la verità sulla vita e la famiglia, in un momento di crescente confusione, di cui è significativa espressione la trasformazione della Pontificia Accademia per la Vita. Il nuovo corso della PAV è stato inaugurato dalla designazione a presidente del discusso arcivescovo mons. Vincenzo Paglia e dalla estromissione dei più ortodossi difensori della morale tradizionale, sostituiti da nuovi membri dichiaratamente abortisti, come il prof. Neil Biggar e la professoressa Katarina Le Blanc.
Uno dei nuovi membri della PAV, don Maurizio Chiodi, ha recentemente affermato, in una conferenza alla Gregoriana, che «ci sono circostanze, mi riferisco ad Amoris laetitia capitolo VIII, che proprio per responsabilità richiedono la “contraccezione”». La conferenza, di cui ha riferito per prima Diane Montagna su LifeSiteNews dell’8 gennaio, è stata pubblicata il 28 gennaio sul quotidiano della Conferenza episcopale «A mezzo secolo di distanza, – commenta Sandro Magister – l’enciclica (Humanae vitae) contro i metodi artificiali di regolazione delle nascite che ha segnato il momento più drammatico del pontificato di Paolo VI, rifiutata da interi episcopati, contestata da innumerevoli teologi, disobbedita da miriadi di fedeli, cede ormai il passo a una sua radicale re-interpretazione, a un “cambio di paradigma” indubitabilmente voluto e incoraggiato da papa Francesco in persona». (Settimo Cielo, 30 gennaio 2017)
Emmanuele Barbieri in Corrispondenza Romana