Il politicamente corretto vuole che si usi l’ espressione “le famiglie”, per far capire che l’ istituzione familiare classica è ormai in disuso e che tutto è famiglia, anche una zitella con gatto o una compagnia di amici che si dividono la casa. Attenzione, l’ espressione “ le famiglie” contiene anche un intenzionale paraculata: se tutto è famiglia, niente è famiglia, dunque non possono esistere politiche di sostegno alla istituzione familiare che viene non a caso, in particolare dalla legislazione italiana ignorata. La moda corrente usa un’altra espressione, questa volta prelevata dal mondo della pubblicità, in senso spregiativo: “ la famiglia del mulino bianco”.
In questo caso l’ attacco è rivolto a una iconografia che preveda la presenza di madre, padre e figli che si vogliono bene nell’ atto di essere riuniti attorno a un desco per consumare una colazione. Addirittura il proporre questa immagine è stato giudicato “educativamente disdicevole” da un’altissima carica dello Stato italiano, che ha avuto il coraggio di dire pubblicamente che la madre di famiglia che porta in tavola il pasto quotidiano era una figura da abolire perché dava l’ idea della sottomissione della donna.
Il padre della “famiglia del Mulino Bianco” è quel Guido Barilla che, a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate ad una radio in difesa appunto della famiglia tradizionale, è stato minacciato da un boicottaggio a livello mondiale dei suoi prodotti e costretto a dichiararsi sostenitore dei più disparati modelli familiari, pur di non inimicarsi le potenti lobby del mondo omosessuale capaci di colpire in modo molto duro in termini commerciali chi non si uniforma al pensiero politicamente corretto imperante.
Io non credo che esistano “le famiglie”. Certo , esistono diversi modi di aggregare persone sentimentalmente o occasionalmente unite da una coincidenza spazio temporale. Ma non tutti coloro che vivono insieme sono una famiglia. Lo dico perché sono convinto che proprio alla famiglia sia dovuto il massimo di attenzione e di sostegno da parte della casse dello stato. Uno Stato che va progressivamente verso una incapacità di sostenere meccanismi di welfare diffusi e universali, che dovrà necessariamente delegare alla dimensione privata la rete di solidarietà che sostenga i più deboli e l’architrave di questo non potrà che essere quella dei vincoli familiari. E, attenzione, solo i vincoli familiari reali sono in grado di reggere questo peso, non quelli inventati e artificiali. Lo dicevo all’ inizio: quando si è in difficoltà e spalle al muro, è la richiesta d’ aiuto primigenia quella che si leva. Voglio la mamma.
Non esistono “ le famiglie”. Esiste la famiglia. Un nucleo composto da un uomo ed una donna attorno al quale si costruisce un progetto di vita stabile e duraturo, che include in potenza o in atto la presenza di figli. (…)