Papa Francesco parla in continuazione delle “ cultura dello scarto”, cioè di quella cultura che discrimina in base all’ efficienza, all’ essere produttivi o improduttivi, sani o malati e che nei confronti dei più indifesi: i bambini, diventa una vera e propria selezione eugenetica.
Ricevo questa mail che invito a leggere con attenzione, mentre prego Maria, che è la mamma di Gesù e di tutti noi affinché accolga fra le sue braccia amorevoli tutti quei bambini che “ vengono scartati” a causa della paura e dell’ indisponibilità al dono, che diventa anche sacrificio. Certamente non facile, ma con la fede e l’ aiuto di Dio sostenibile. (dqy)
Il 2015, apertosi in modo brusco con gli attentati terroristici di natura islamica a Parigi, non sarà certamente ricordato per le buone notizie di inizio anno. Non esageriamo se affermiamo che, purtroppo, esiste anche un “terrorismo” di Stato perpetrato nel silenzio generale e diretto contro i più indifesi. Ancora una volta dall’Olanda ci giungono dati estremamente preoccupanti sull’eutanasia, in modo particolare su quella infantile.
Una scioccante relazione della Royal Dutch Medical Association olandese ci informa infatti che ogni anno circa 650 bambini vengono uccisi tramite eutanasia. La motivazione più comune è che la possibilità di morte imminente del neonato possa causare sofferenze e depressione nei genitori. Per cui, invece di accoglierlo e accudirlo durante quelle poche ore di vita, lo si uccide subito!
Sono bambini che nascono con seri problemi fisici, bambini indesiderati, abbandonati nella rupe Tarpea olandese: secondo le decisioni mediche, si legge nel rapporto, “l’iniezione letale è autorizzata se la morte è inevitabile e il periodo di sofferenza è prolungato, causando così gravi sofferenze per i genitori”.
Una condanna a morte frutto della cultura dello scarto alla quale ci stiamo ormai assuefacendo.
L’Olanda è stato il primo paese al mondo a legalizzare l’eutanasia nel 2002. Dal 2005 i medici che praticano l’eutanasia sui minori non sono più perseguibili legalmente se l’eutanasia stessa viene praticata secondo le linee mediche del cosiddetto protocollo di Groningen.
Secondo questo protocollo compilato nel 2004 dal dottor Eduard Verhgane, “i dottori devono risparmiare ai parenti l’abominio di vedere morire nella sofferenza i propri figli”.
Ma il vero abominio rimane l’omicidio premeditato di un figlio per volere di un genitore e tutto sotto la protezione legale di uno Stato “democratico”.
Una domanda sorge perciò spontanea: oggi in Olanda, domani anche in Italia?
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere