La “chirurgia-genetica” è sbarcata anche in Europa…e precisamente in Gran Bretagna.
È infatti notizia recente che la Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) inglese, ha autorizzato alcuni scienziati del Francis Crick Institute a modificare geneticamente alcuni embrioni umani per comprendere – dicono loro – il processo cruciale nelle prime fasi di sviluppo e chiarire quali siano i geni cruciali per sviluppare bambini sani….
Bambini modificati, bambini su misura, eugenetica allo stato puro, nel 2016!
Per rendere digeribile la notizia al grande pubblico tutti i giornali si sono affrettati a dire fondamentalmente due cose:
1) Gli esperimenti potrebbero aiutare a comprendere cosa va storto negli aborti spontanei.
2) Sarà vietato impiantare gli embrioni «gm» in una donna.
Sul primo punto ci sembra quasi superfluo soffermarci in quanto non è eticamente giustificabile tentare di curare – o per lo meno di capire – un male provocandone uno maggiore, e cioè la soppressione e lo scarto di embrioni umani che hanno una loro dignità in quanto tali.
Sulla seconda rassicurazione, invece, ci basterà citare le parole di un genetista italiano a favore di queste tecniche, il Dottor Edoardo Boncinelli, che al Corriere della Sera ha commentato:
«Studiare per cercare di capire qualcosa non è mai sbagliato, che poi un giorno la scienza ci condurrà verso la creazione di bambini geneticamente modificati non lo possiamo escludere»
Non lo possono escludere! Dunque lo faranno, ne potete stare certi.
Non è la prima volta però che questa tecnica viene utilizzata provocando numerose prese di posizione contro anche e soprattutto all’interno del mondo accademico.
Era già accaduto, non poco tempo fa, anche con alcuni ricercatori della Sun Yat-sen University, in Cina, che avevano modificato geneticamente 86 embrioni umani per correggere, dissero all’epoca, la mutazione che causa la beta-talassemia.
Lo studio venne rifiutato per ragioni di ordine etico da riviste scientifiche di primo piano quali Nature e Science, ma pubblicato da una d’ordine minore, la Protein&Cell.
Addirittura, nei mesi precedenti a questo primo tentativo, scienziati di tutto il mondo, in tre appelli successivi, avevano chiesto una moratoria su questo tipo di esperimenti.
La breve esistenza di questi embrioni umani fu sufficiente a sottoporli a una particolare manipolazione, il gene-editing, la “chirurgia genetica”, che avrebbe dovuto sostituire il gene portatore della malattia con uno sano.
Alla bassissima efficacia dell’esperimento si aggiunse un numero molto elevato di mutazioni genetiche che riguardarono altre parti del Dna degli embrioni: si tratta di mutazioni dagli effetti sconosciuti.
I primi a esprimere perplessità su questa tecnica furono cinque scienziati della Sangamo BioSciences, guidati dal presidente Edward Lanphier:
«Secondo noi – dice lo scienziato – con l’attuale tecnica di editing sarebbe difficile controllare le cellule modificate. C’è la probabilità che, oltre il gene mutato, siano apportati tagli o modifiche in altre parti del genoma, causando effetti imprevedibili sull’essere umano e le generazioni future. È anche possibile che gli effetti di tale modifica non si manifestino sin dopo la nascita o per anni. Questo rende la tecnica pericolosa ed eticamente inaccettabile».
Insomma, tutto ci dice che la scienza non avrebbe mai dovuto imboccare questa strada. Certamente ne pagheremo le conseguenze e saranno devastanti.
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere
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