“La stella di Betlemme è una stella che continua a brillare anche oggi in una notte oscura. Già all’ indomani del Natale la Chiesa depone i paramenti bianchi della festa e indossa il colore del sangue. (…)
Stefano, il protomartire, che seguì per primo il Signore nella morte e i bambini innocenti, i lattanti di Betlemme e della Giudea, che furono ferocemente massacrati dalle rozze mani dei carnefici, sono i seguaci che attorniano il Bambino nella mangiatoia.
Che significa questo? Dov’è ora il giubilo delle schiere celesti. Dov’è la beatitudine silente della notte santa? Dov’è la pace in terra agli uomini di buona volontà? Pace in terra agli uomini di buona volontà. Ma non tutti sono di buona volontà.
Per questo il Figlio dell’ eterno Padre dovette scendere dalla gloria del cielo, perché il mistero dell’ iniquità aveva avvolto la terra.
Le tenebre ricoprivano la terra, ed egli venne come luce che illumina le tenebre, ma le tenebre non l’ hanno compreso. A quanti l’ accolsero egli portò la luce e la pace; la pace col Padre celeste, la pace con quanti come essi sono figli della luce e figli del Padre celeste, e la pace interiore e profonda del cuore, ma non la pace con i figli delle tenebre. Ad essi il Principe della pace non porta la pace, ma la spada. Per essi è la pietra d’ inciampo, contro cui urtano e si schiantano.
Questa è una verità grave e seria, che l’incanto del Bambino nella mangiatoia non deve velare ai nostri occhi.”
Da “Il mistero del Natale”, Edhit Stein o Teresa Benedetta della Croce
Queste parole sono attualissime e risuonano come monito e “profezia” anche per il nostro tempo. (dqy)