L’ UNICEF sponsorizza i matrimoni gay

Quando pensiamo all’UNICEF, a tutti noi vengono in mente campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi a favore dei diritti dell’infanzia, ad esempio nel caso della vendita delle “pigotte”. L’UNICEF farà anche moltissimo per difendere e promuovere i diritti dei bambini, ma nel documento “Eliminating discrimination against children and parents based on sexual orientation and/or gender identity”, questo organismo internazionale non fa altro che  utilizzare la scusa dei diritti dei bambini per sponsorizzare apertamente il riconoscimento del “matrimonio gay” in tutti i Paesi del mondo. Il testo dichiara l’obiettivo di proteggere i diritti dell’infanzia ma va da tutt’altra parte, proponendo una posizione giuridica ideologica e non fondata sul diritto internazionale (il riconoscimento delle coppie formate da persone dello stesso sesso).

Questo documento rappresenta un indubbio abuso dell’autorevolezza di questa organizzazione internazionale: considerare il matrimonio tra persone dello stesso sesso come garanzia dei diritti dell’infanzia rappresenta una posizione giuridicamente ideologica (assolutamente non fondata sul diritto internazionale) e politicamente non neutrale e invasiva della sovranità e della vita democratica dei singoli Stati.

Inoltre, nulla nel mandato dell’UNICEF autorizza questo ente a fornire le definizioni di concetti politicamente problematici come “orientamento sessuale” e “identità di genere”, termini che infatti alcuni Stati si rifiutano di utilizzare nelle loro legislazioni.

In modo apertamente contraddittorio rispetto alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, si afferma che:

“l’UNICEF sostiene la messa in atto di leggi che certifichino il riconoscimento legale dei legami familiari dei genitori LGBT e dei loro figli.”

 I bambini hanno diritto ad avere una mamma e un papà come genitori, e non una coppia di persone dello stesso sesso. Questo diritto è molto più importante del presunto diritto di ogni individuo ad essere “genitore”, diritto che non è riscontrabile in nessuna Carta dei diritti di valenza internazionale.

Le definizioni date nel documento (pagina 3) di “orientamento sessuale” e “identità di genere” sono totalmente arbitrarie, e non tengono in conto il fatto che molti paesi membri dell’ONU si sono rifiutati di usare tali nozioni a livello legislativo.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, al contrario, afferma che solo un uomo e una donna hanno il diritto di fondare una famiglia, di dar vita alla “naturale e fondamentale unità della società (…), il naturale ambiente per la crescita e il benessere dei bambini”.

In questa occasione, l’UNICEF non sta proteggendo i diritti dei bambini, ma sta promuovendo la loro violazione.

 Le grandi lobby abortiste e pro-gender che influenzano l’azione degli enti collegati alle Nazioni Unite agiscono indisturbate, finché non ci si rende conto della loro azione e non si decide di far sentire la propria voce per porre fine a tutto questo.

Come se non bastasse, l’UNICEF (che non è un’organizzazione indipendente, ma un’agenzia ufficiale dell’ONU, finanziata con i fondi degli Stati) ha ricevuto nel 2013 dall’Italia più di 62.000.000 di dollari.

Vedere un ente internazionale votato alla protezione dell’infanzia violare il suo mandato ed esercitare pressione sui governi in temi di altra natura, per di più con i soldi dei contribuenti, è davvero preoccupante e triste.

L’UNICEF dovrebbe badare a combattere la malnutrizione e a fornire cure mediche ed educazione ai bambini che soffrono, e non a sponsorizzare il “matrimonio gay”.

 

Matteo Cattaneo e tutto il team di CitizenGO

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