L’Unicef, organo ufficiale dell’Onu deputato a «tutelare i bambini» e a garantirne il «diritto a sopravvivere», ha chiesto al Parlamento canadese di estendere il “diritto” di morire anche ai bambini.
La richiesta è stata presentata da Marvin Bernstein, avvocato filantropo e Chief Policy Advisor di Unicef Canada, il quale ha asserito:
«L’aiuto medico a morire è stato previsto per gli adulti competenti. Sorge spontanea la domanda: perché non per gli altri gruppi di persone come i minori maturi? Questa domanda richiede una risposta e noi come Unicef Canada certamente sosteniamo l’estensione di questo diritto». L’eutanasia non è ancora legale nel paese ma una legge in materia verrà votata dal Parlamento il 6 giugno dopo che l’anno scorso la Corte suprema ha dichiarato incostituzionale la proibizione del suicidio assistito e dell’eutanasia contenuta nel Codice penale.
Per Unicef, l’eutanasia minorile dovrebbe diventare legge secondo un «percorso a tappe». Prima l’eutanasia per tutti gli adulti competenti, poi, dopo «tre anni di studi sui possibili effetti della legge sui minori» e su come evitare «manipolazioni» garantendo «precise tutele», dovrebbe essere estesa «non a tutti i bambini, ma solo ai minori maturi».
Una proposta del tutto irrazionale dal momento che non esiste un criterio oggettivo per stabilire la presunta maturità di un minore. Ancor più ipocrita, per non dire demenziale, è poi voler studiare i «possibili effetti» della legge sui bambini: una volta applicata l’unico esito sarà la morte, il peggior “effetto” negativo che si possa avere!
Insensato poi far finta di volere evitare “manipolazioni” dal momento che una volta introdotta sarà la legge stessa a manipolare la coscienza collettiva facendo ritenere più che giusto eliminare una vita sofferente.
Bernstein sottolinea addirittura che l’eutanasia minorile è «coerente con la Convenzione sui diritti dell’infanzia» e che i bambini dovrebbero poter essere uccisi anche in assenza di una malattia terminale e per motivi psicologici. Alla domanda di un senatore, se «un 16enne depresso» dovrebbe poter essere ucciso in base alla legge, Bernstein ha risposto candidamente: «Sì».
Una riprova del fatto che la propagazione della cultura della morte crea persone prive di compassione e assetate di nichilismo.
Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere