Il problema della non assimilazione di una popolazione islamica immigrata che non vuole integrarsi ai valori di rispetto della persona, in modo particolare della donna, della famiglia, della libertà, del rispetto delle leggi, delle tradizioni, della cultura dei paesi ove sono immigrati è evidente. Chi lo nega, fa come gli struzzi che di fronte al pericolo infilano la testa sotto la sabbia. Chi parla dell’ Islam, poi, come di una religione di Pace, non conosce assolutamente né l’ Islam, né il Corano. Questo non toglie che vi possono essere musulmani pacifici e che in certi momenti storici sia stata possibile anche una certa convivenza, con alcuni distinguo.
“Partendo dal Corano troviamo una distinzione fondamentale dei non credenti fra gli idolatri e gli Ahl al-Kitab (“genti del libro”, cioè della Bibbia, cristiani ed ebrei) Per i primi non è prevista alcuna tolleranza che è invece concessa ai secondi. (…) Si creano quindi comunità distinte: cristiani ed ebrei non furono mai equiparati ai musulmani,” la parte migliore” e l’unica che può avere la pienezza dei diritti politici : vengono considerati dhimmi (protetti) in cambio di una tassa detta gizha che si deve pagare ai musulmani spesso con modalità umiliati (shāghirūn ).
Va pure notato che in seguito sono assimilati alla condizione delle “genti del libro” anche appartenenti ad altre religioni come i zoroastriani in Persia e soprattutto gli induisti in India.
L’importante però è il principio di segregazione delle due comunità: la tolleranza è subordinata a certe condizioni come il non fare propaganda religiosa, non danneggiare in nessun modo gli islamici, non calunniarli norme così vaghe da permettere poi ogni interpretazione ma che chiaramente comunque escludono ogni libertà di espressione di pensiero che invece è la base essenziale della moderna libertà di religione.
La condizione dei dhimmi pertanto, in effetti può variare moltissimo secondo l’arbitrio delle autorità più o meno generose o tiranniche: può accadere che si abbiano delle vere e proprie persecuzioni e progrom. (…) L’ applicazione della sharia’ah per quanto possa contemplare della tolleranze è di per se intrinsecamente la negazione della libertà religiosa e quindi di ogni altra libertà. intesa in senso moderno occidentale.
(Giovanni De Sio Cesari in “Osservatorio internazionale ” maggio 08, n 68 ,anno VI)
“Vi è poi da dire inoltre che nel Corano troviamo pochi versetti tolleranti e moltissimi versetti violenti.
Ed ecco cosa scrive in merito il celebre commentatore medioevale del Corano, Ibn Kathir (1301-1373), nel suo rinomato Tafsir:
Allah poi disse, (a meno che temiate qualche male da parte loro) intendendo, tranne quei credenti che in qualche area o in qualche tempo temano per la loro sicurezza da parte dei miscredenti.
In questo caso, questi credenti sono autorizzati a mostrare amicizia per i miscredenti, esteriormente, ma mai interiormente. Per esempio, Al-Bukhari ha registrato che Abu Ad-Darda’ disse, “Sorridiamo di fronte a certe persone benché i nostri cuori li maledicono.” Al-Bukhari riferì che Al-Hasan disse, “La Tuqyah (Taqiyyaè una forma islamica dissimulazione o di una dispensa legale per cui un individuo credente può negare la loro fede o commettere atti altrimenti illeciti o blasfemo, mentre sono in paura o a rischio di persecuzione significativo. ) è permessa fino al giorno della Risurrezione.”
Il fatto è che chiunque si oppone all’Islàm e non accetta la missione profetica di Maometto è automaticamente un ingiusto, corrotto, moralmente condannabile, incluso il popolo del Libro che, se fosse onesto, di fronte alla evidente verità del Corano si convertirebbe: se non lo fa è solo per la sua intrinseca immoralità. doppiezza e malafede. Infatti:
Sono certamente miscredenti quelli che dicono: «Allah è il Messia figlio di Maria». (CORANO 5:17)” ( dal Blog: Vietato Parlare)
Il problema della componente violenta all’ interno della religione islamica è riconosciuta, con onestà intellettuale da diversi studiosi, letterati, ed anche da esponenti del mondo Islamico.
Il deputato del PD, di religione islamica Khalid Chaouki: “I musulmani non si libereranno mai dell’ odio verso l’ Occidente finché non ci sarà una presa di coscienza che la violenza è purtroppo un cancro insito nella storia dell’ Islam e come tale va eliminato” *
Il poeta siriano Adonis: “ Non si può comprendere questo fenomeno se non si fa lo sforzo di ripensare la nascita dell’ Islam. La violenza è intrinsecamente legata alla nascita dell’ Islam, che sorge, appunto, come potere. Questa violenza ha accompagnato la fondazione del primo califfato e attinge a certi versetti coranici e ai primi commenti al testo. Questa violenza è stata istituzionalizzata, ormai fa parte della forma statuale. Si aggiunga che i musulmani hanno agito fin dall’ inizio da conquistatori.
Il secolo che seguì alla morte di Maometto fu molto sanguinoso e la guerra arabo- araba, o la guerra musulmana-musulmana, non è mai finita. Basta leggere le opere di storia sugli arabi” *
Giuseppe Laras, rabbino milanese, dopo gli eccidi di Parigi, al Corriere della Sera: “ Caro direttore, lutto e dolore accompagnano una guerra difficile e lunga, combattuta anche con la dissimulazione e la strategia della confusione. Alleati dell’ Islam jihadista(…) sono quei politici, pensatori, storici e religiosi che hanno distorto la pace in pacifismo, la tolleranza e l’ inclusione in laissez-faire, la forza della verità in debolezza dell’ opinione arbitraria … il sano dissenso in intollerante conformismo politically correct (…)
Il dramma è che, con cieca ignoranza, la cultura laicista considera, semplificandolo, l’ Islam politico realtà consimile e analoga a cristianesimo ed ebraismo e alle loro storie, anch’esse non prive di ombre. Le cose non stanno così. Finiamola con il mantra buonista (…) “della religione di pace”. Si vedano le piazze dei Paesi islamici giubilanti per i fatti di Parigi, come per “Charlie”, per i morti ebrei, per le
Twin Towers. Che dire dei Buddha monumentali abbattuti dai talebani? Non insultiamo l’ intelligenza con “questo non è Islam”.
Basta con i sensi di colpa anacronistici per crociate e colonialismo: la City di Londra, mezza Parigi e i nuovi grattacieli milanesi sono oggi di proprietà islamica. L’ Islam politico ha armi potenti. Alla convenienza si aggiunge il terrore. Alcuni ritengono, paralizzati da paure economiche, demografiche e belliche di patteggiare con i mandanti del terrore, proponendo maggiore “inclusione” e “integrazione”, giustificando l’ intollerabile e pensando che, venendo a patti con il male, si scongiuri il peggio. Non funziona cosi: arretrando si arretra sempre più” *
Recep Tayyp Erdogan: “ Non c’è un Islam moderato e un Islam non moderato. L’ Islam è l’Islam” **
Ahmed Al Tayeb, Grande imam dell’ Università islamica di Al Azhar: “ La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione dgli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I paesi, governanti islamici devono sostenere questi attacchi” **
Sulla base di ciò che è scritto nella Sunna e nella Sira, testi riconosciuti come autentici dai musulmani e da cui si attinge, dopo il Corano per l’ elaborazione della Sharia, la legge islamica, apprendiamo che Maometto è stato fondamentalmente un guerriero che nel corso della sua vita ha sferrato 100 guerre di razzie, ha attaccato con la violenza delle armi le carovane del deserto e le tribù per depredare i loro beni, terrorizzandole con metodi feroci, come la decapitazione, per sottometterle alla sua autorità, che coincideva con l’ adesione all’ Islam, che letteralmente significa “sottomissione” ( Magdi Cristiano Allam)
Difficile sostenere che l’ Islam non sia intrinsecamente violento! (dqy)
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*Citato da A. Socci in: La Profezia Finale
**Citato da Magdi Cristiamo Allam in: Islam siamo in guerra