Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore
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L’ immagine che noi abbiamo quando pensiamo a Gesù come buon pastore è quella in cui il pastore si carica la pecora sulle spalle e la porta all’ ovile. E’ un immagine dolcissima e bellissima, colma di tenerezza per questa cura che il pastore si prende per la pecora. Una tenerezza e una dolcezza che tante volte non si riscontra nei rapporti fra gli uomini, anzi oggi a fronte di tanti fatti riprovevoli vi è la tendenza a voltarsi dall’altra parte. Il pastore che ama il suo gregge, che ha visto le madri partorire gli agnelli non fa così, non è un prezzolato, ma ama vuole profondamente bene al suo gregge e lo custodisce come perla preziosa.
Oggi, però, vorrei riflettere sull’ immagine della Porta. Gesù dice: : «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Proviamo a pensare un attimo a quante porte vi sono nella nostra vita.
La prima è quella della vita stessa, ed è Dio che la apre per noi, poi c’è quella della crescita, con tutte le sue varie fasi, quella del lavoro e quella della scelta di vita. Vi è, importantissima, a cui si deve aprire il cuore e la vita: la porta della fede. Vi è una bella immagine in cui Gesù bussa ad una porta, all’ esterno non vi è maniglia, nulla perché quella porta si può aprire solo dall’interno: è la porta del nostro cuore. Quella la possiamo aprire solo noi alla fede e all’amicizia con il Signore, certo la possiamo tenere anche chiusa, ma cosa accadrà quando io dovrò varcare la porta della morte?
Gesù dice: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.”
Qual è questo pascolo a cui il Signore conduce? E’ quello della salvezza per la vita eterna. Noi abbiamo varcato la porta del Battesimo, con l’impegno dei nostri genitori, ma diventando adulti non dobbiamo permettere che quella porta si chiuda, come purtroppo accade a tanti. Se dovesse, però, accadere vi è una grande porta che è quella della Misericordia che il Signore tiene sempre aperta per chi ritorna a Lui con il ravvedimento e la volontà seria di seguirlo, è ciò che si chiama Conversione.
Non abbiamo paura di aprire la porta del nostro cuore al Signore, Egli ha le migliori risposte per la nostra vita, per le nostre attese ed anche per le nostre paure, spalanchiamo la porta della fede, della speranza, della carità!
Deo gratias qydiacdon