Io sono il pane vivo disceso dal cielo, chi mangia questo pane vivrà in eterno”: celebrare la festa del Corpo e Sangue di Cristo non vuol dire solo stupirsi, lodare il Signore, metterci in atteggiamento di adorazione di fronte alla sua presenza, ma è un invito “a fare la comunione”.
Gesù ha scelto il segno del pane, e il pane non è una realtà da guardare e basta, ma da mangiare! La prima e più importante delle processioni che si fanno in questo giorno, è quella che facciamo in Chiesa, per andare a ricevere il Corpo di Cristo. È un gesto impegnativo, da riscattare da ogni forma di abitudine. Sono necessarie alcune condizioni: la preparazione nella preghiera, la preparazione nella fede, la preparazione nella vita. Solo così, come rimarca l’antifona alla comunione, “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.
da Servizio della Parola