Abbiamo ascoltato, in queste domeniche l’ esortazioni di Isaia, di Giovanni Battista a costruire una strada per il Signore che viene. Ormai, anche nell’ imminenza del Natale sono ancora tanti gli ostacoli e non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi, dentro di te e di me. Guardiamo dentro noi stessi. Quante volte nella nostra giornata lasciamo spegnere la nostra lampada e non pensiamo più che dobbiamo attendere Gesù, presi da noi stessi, dalle nostre cose da fare, dalle nostre mille piccole quotidiane battaglie, intrappolati in un modo di vivere in cui tutti corriamo senza sapere, alla fine, dove andare. Tutto questo soffoca quella famosa “lampada”, che Colui che viene dovrebbe trovare accesa, quella del desiderio di un incontro, come accade fra l’ innamorato e l’ innamorata,quella della fede che il Signore è venuto, viene, verrà e non tarderà. Maria è l’ esempio di come si deve accogliere Gesù, lei che è “ piena di grazia” ossia piena del desiderio di Dio.
Noi, purtroppo siamo pieni di egoismo, pieni del nostro amor proprio, perciò Dio non ha posto nella nostra vita, ma se ci apriremo, se apriremo la porta del nostro cuore, Egli verrà in noi. Aprirsi a Dio vuol dire aprirsi agli altri, a chi ogni giorno ti sta accanto, a chi incontri, specialmente ai poveri, a quelli che hanno bisogno di noi, che hanno bisogno di un sorriso, di un gesto di attenzione, ma questo non solo a Natale.
È molto bello commuoversi, affermare che ogni uomo è mio fratello, come facciamo spesso, come facciamo ogni Natale, ma queste parole dobbiamo farle passare veramente nella nostra esistenza, nel nostro oggi. Non possono essere solo vento o vano bla-bla.
Sentite cosa dice l’ apostolo Giovanni:
“1 Vedete come ci ha voluto bene il Padre! Egli ci ha chiamati a essere suoi figli. E noi lo siamo davvero. Perciò il mondo non ci capisce. Il mondo non ha capito neppure Gesù! 2 Miei cari, ora siamo figli di Dio; quel che saremo non si vede ancora. Ma quando Gesù ritornerà, saremo simili a lui, perché lo vedremo come è realmente. 3 Come Cristo è puro, tutti quelli che fondano in lui la loro speranza si purificano dal male.
I figli di Dio non sono più schiavi del peccato
4Chi commette il peccato va contro la legge di Dio, perché peccare vuol dire mettersi contro la sua volontà. 5 Voi sapete che Gesù è venuto tra noi per togliere di mezzo il peccato. In lui non c’è peccato. 6 Chiunque rimane unito a Gesù non pecca più. Se pecca ancora, dimostra di non aver veramente veduto Gesù, e di non averlo capito. 7 Figli miei, non lasciatevi ingannare da nessuno! Chi fa la volontà di Dio è giusto, così come Gesù è giusto. 8 Chi commette il peccato appartiene al diavolo, perché il diavolo vive da sempre nel peccato. Gesù, il Figlio di Dio, è venuto proprio per distruggere le opere del diavolo. 9 Chi è diventato figlio di Dio non vive più nel peccato, perché ha ricevuto la vita di Dio. Non può continuare a peccare, perché è diventato figlio di Dio. 10 Così si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: se uno non fa la volontà di Dio e non ama suo fratello, dimostra di non appartenere a Dio.
L’amore di Dio e l’amore per i fratelli
11 Fin da principio vi abbiamo insegnato questo: che dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Allora non facciamo come Caino: egli apparteneva al diavolo e uccise Abele suo fratello. Sapete perché lo uccise? Perché le opere di Caino erano cattive e quelle di Abele erano buone. 13 Fratelli, non meravigliatevi se il mondo vi odia. 14 Noi sappiamo che dalla morte siamo passati alla vita. La prova è questa: che amiamo i nostri fratelli. Chi non ama il prossimo è ancora sotto il dominio della morte. 15 Chi odia il suo prossimo è un assassino. Voi lo sapete: se uno uccide il prossimo, la vita eterna non rimane in lui. 16 Noi abbiamo capito che cosa vuoi dire amare il prossimo, perché Cristo ha dato la sua vita per noi. Anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 17 Se uno ha di che vivere e vede un fratello bisognoso, ma non ha compassione e non lo aiuta, come fa a dire: ‘Io amo Dio?’. 18 Figli miei, vogliamoci bene sul serio, nei fatti. Non solo a parole o con bei discorsi!” (1Gv 3,1-18, TILC)
Quella stella che brilla su Betlemme significa la luce che Gesù è venuto a portarci. Ne abbiamo veramente bisogno. Come i magi dell’ Oriente incamminiamoci verso Betlemme. Cominciamo noi, molti uomini ci seguiranno, come molti ci hanno preceduti. E nonostante tutti gli Erodi della terra, troveranno Gesù nella luce di Dio.
Coraggio, mettiamoci dunque in viaggio uomini e donne di buona volontà che cercate il Signore!
( riadattato da: Ragazzi in preghiera, LDC, qydiacdon)