La festa che stiamo vivendo ci richiama molte realtà sulle quali spesso non riflettiamo con l’adeguata profondità e il tempo necessario. Immaginiamo un dittico, due immagini una accanto all’ altra. La prima è quella costituita dalla prima lettura, la seconda quella del Vangelo.
Prima immagine:
descrive quello che accade dopo il cedimento alla tentazione e la caduta dell’uomo che non rispetta il comandamento che Dio gli ha dato. Dove sei Adamo? Perché ti nascondi da Dio? Perché ti estranei da Me?
Quante volte anche noi ci estraniamo da Dio, ci allontaniamo da Lui allo stesso modo di Adamo, perché, purtroppo, la realtà del peccato si insinua nella nostra vita e noi, anziché rivolgerci al Signore, continuiamo per una strada che ci allontana sempre di più. Dio, però non demorde e continua a cercarci: “Dove sei? Chi ti ha detto che eri nudo?”. Non accettare la proposta del Signore nella nostra vita significa ritrovarsi nudi, poveri, deboli, tanto che ogni passo che ci allontana da Dio significa morire sempre di più. È la morte dell’uomo sia quella spirituale che quella fisica. Significa avere perso la fiducia in Dio e nella sua proposta di bene per noi. Adamo schiacciato da quello che è accaduto, dal senso di colpa non riesce più a sostenere lo sguardo di Dio, che nonostante questo continua a guardarlo con amore.
Ecco allora quella promessa, che è anche l’annuncio di una lotta. “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.
Il serpente che striscia a terra è lo sconfitto, era la posizione assunta dai vinti nei confronti dei vincitori. Il serpente è così l’immagine di una sapienza falsa, che crede di poter stabilire lei i principi che legittimano le proprie scelte, senza dover rendere conto ad un Altro, che è Dio e vi sarà questa lotta tra l’umanità, che Dio non abbandona, e la sapienza insipiente di colui che vuole sostituirsi a Dio.
Seconda immagine: l’Annunciazione.
Ecco questo incontro speciale con la proposta di Dio. Proposta sconvolgente e avviene quello che non era avvenuto con Adamo, che non aveva aderito al comando che Dio gli aveva dato, ritrovandosi “nudo”, nell’umanità di Maria invece vi è il sì alla proposta che Dio le fa e per questo Maria è ricolmata di Grazia, dell’amore preveniente di Dio che fa si che non sia nemmeno sfiorata dal peccato originale.
L’ adesione di Maria è un’adesione libera ed anche la domanda che ella pone: “Come avverrà questo?” non è l’espressione di una mancanza di fiducia, ma è solo voler conoscere il modo in cui si adempirà l’annuncio, e nella sua umiltà ella si offre a Dio come serva.
Se anche noi non siamo stati preservati dal peccato originale, come Maria, la tutta bella, la tutta santa, ne siamo stati liberati con il nostro Battesimo ed anche a noi Dio fa una proposta, quella di accogliere nel nostro cuore e nella nostra vita Gesù suo Figlio, non solo a Natale ma nella trama consueta di ogni giorno.
Maria crede che è possibile tutto quello che l’angelo le ha annunciato, e che il Figlio di Dio diventi uomo in lei. Chiediamoci se anche noi crediamo con la stessa fede e con lo stesso amore di Maria che rende possibile tutto questo, come un puro ed esclusivo atto d’ amore, come un miracolo d’ amore sta all’inizio dell’ umanità.
Ciascuno di noi è chiamato a rispondere come Maria in quella libertà dei figli di Dio che ci è donata, ma con altrettanta disponibilità che diventa obbedienza e responsabilità; un’adesione che non sminuisce ma realizza pienamente la nostra libertà.
Anche la nostra vita attraverserà, come quella di Maria, momenti difficili, anche di oscurità, momenti in cui non mancherà il disorientamento, momenti di dolore e di sofferenza, ma non dimentichiamo che quel “non temere” che l’angelo dice a Maria è anche per ciascuno di noi. S. Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, diceva: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! (…) Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.”
Anche noi non dobbiamo aver paura di dire sì a Cristo, come ha fatto Maria, l’Immacolata Di accogliere, Gesù come ha fatto lei, ritroveremo noi stessi, ma soprattutto “riceveremo quel di più che ci viene dalla fiducia nel Signore, che cambia la nostra vita e che ci rammenta il suo amore per noi.”
Deo gratias, qydiacdon