A metà del nostro cammino di Avvento verso Betlemme, si fa nostra compagna di viaggio Maria. In realtà vi era già, ma, forse, in molti, non avevano fatto caso a Lei, perché la sua presenza è sempre una presenza silenziosa. Maria non è mai alla ricerca della notorietà, delle luci della ribalta di questo mondo, della fama, del successo.
Non è facile parlare di Maria, quest’adolescente che ad un certo momento della propria vita viene interpellata da Dio che le fa una proposta sconvolgente .
Un progetto che sarà possibile nel rispondere di sì ad una chiamata che si realizza in ciò che è tipico dell’ essere femminile, dell’ essere donna: quella della maternità. Ma, proprio perché, la maternità di Maria è straordinaria occorre una qualità che non è affatto scontata, che spesso vacilla anche in chi si definisce credente: quella dell’ obbedienza della fede.
Quell’ obbedienza che è mancata ai nostri progenitori, come ci descrive la prima lettura, che vedono Dio come un avversario che con la proibizione di mangiare dell’ albero della conoscenza del bene e del male vuole opprimere la loro libertà. Non si fidano di Lui e dicono di no, non obbediscono, affermando il loro desiderio e andando contro Dio.[È il peccato]
Noi abbiamo un concetto di obbedienza un po’ inquinato e forse pensiamo che obbedire significhi annullare la propria volontà, ma non è così! La parola obbedire deriva dal latino e significa ascoltare stando di fronte …
Ecco perché dopo che l’ uomo ha disobbedito a Dio, non riesce più a stare alla sua presenza, ma si nasconde da Lui ed ha paura. La disobbedienza nasce da una mancanza di fiducia, la relazione che vi è si inquina ad ha bisogno di essere pulita, risanata perché la fiducia rinasca.
L’ obbedienza di Maria nasce dal silenzio e dall’ ascolto. Ecco perché diventa così difficile obbedire per noi, perché non sappiamo più ascoltare, non ascoltando non siamo in relazione e questo porta ad un mancanza di fiducia e di conoscenza dell’ altro che ci porta a disobbedire. Questo anche nei confronti del Signore del quale, per tanti, non di rado si ha una conoscenza superficiale sentito dire, una relazione con lui che vacilla fra l’insignificante, l’occasionale e il “ per niente”.
Questo non accade con Maria, che è ben attenta al messaggio che Dio le rivolge, a ciò che le viene chiesto! “ Ecco sono la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” è la sua risposta, data con consapevolezza. L’ obbedienza di Maria diventa, così adesione a quel progetto che Dio le propone, risposta ad una chiamata, ad “una vocazione”.
Scrive don Tonino Bello: “Chi obbedisce non smette di volere, ma si identifica a tal punto con la persona a cui vuol bene, che fa combaciare, con la sua, la propria volontà. Ecco l’analisi logica e grammaticale dell’obbedienza di Maria.
Questa splendida creatura non si è lasciata espropriare della sua libertà neppure dal Creatore. Ma dicendo “Sì”, si è abbandonata a lui liberamente ed è entrata nell’orbita della storia della salvezza con tale coscienza responsabile che l’angelo Gabriele ha fatto ritorno in cielo, recando al Signore un annuncio non meno gioioso di quello che aveva portato sulla terra nel viaggio di andata.
Forse non sarebbe sbagliato intitolare il primo capitolo di Luca come l’annuncio dell’angelo al Signore, più che l’annuncio dell’angelo a Maria.”
Siamo quindi invitati anche noi a chiederci se come Maria siamo disponibili ad obbedire al Signore, a quanto Egli ci propone, ad ascoltarlo per fidarci di Lui e rispondergli sì, anche quando ci chiama a progetti umanamente inspiegabili.
Maria dice: “… sono la serva del Signore …” additandoci , dopo la difficile virtù dell’ obbedienza un’ altra virtù altrettanto difficile, quella del servizio.
Un servizio che è la conseguenza di un cammino fatto con umiltà, con obbedienza, con ascolto e con silenzio. Un cammino che scava dentro e ci pone in una prospettiva diversa: quella di una disponibilità piena totale al dono di se nella fedeltà a Dio e all’ uomo. Nel suo: “Sono la serva del Signore” , Maria diventa anche: “serva degli uomini”, in quell’ umiltà che viene cantata nel magnificat, disponibilità che ella indica anche a ciascuno di noi nelle parole pronunciate a Cana: “fate quello che vi dirà”, indicando Gesù ai servi.
Gesù ci viene a dire che è venuto per servire e non per essere servito e dare la vita per la nostra salvezza. Maria ha fatto sua questa logica, lei, la bella, la tutta santa, lo ha fatto nel suo sì a Dio, che diventa dono di vita per tutti noi.
Noi facciamo molto fatica a vivere il servizio, anche nella Chiesa, perché pensiamo che sia un declassamento del nostro ruolo e della nostra dignità.
Allo stesso modo facciamo fatica a metterci alle dipendenze di Dio perché affidarci al Signore e alla sua Provvidenza ci sembra un azzardo, gelosi della nostra autonomia e schiavi del nostro egocentrismo.
Maria, serva del Signore, nel suo sì ci mostra l’ essenza della vera libertà!.
Preghiamo e chiediamo l’ intercessione di Maria, perché lo Spirito santo agisca in noi, dandoci la forza necessaria per affidarci a Dio, dire anche noi il nostro sì ed essere veramente e pienamente uomini e donne liberi disponibili a servire Dio e i fratelli!
Deo gratias, qydiacdon